Siamo in periferia, purtroppo
Mi scuso preventivamente della franchezza e della concisione, ma vorrei essere diretto in uno spazio breve.
In tutte le scuole di Omeopatia, dal primo anno si dovrebbero studiare: Epistemologia, Biofisica (compresi elementi di Fisica classica e quantistica), Scienza dell’Acqua, Studi sulla Coscienza. Storia della Medicina, della Alchimia e della Scienza.
Dal secondo, anche elementi di Epigenetica, PNEI, Neuroscienze e Psicologia.
Dal terzo, le cose importanti pratiche delle specialistiche convenzionali e gli studi single-case ed osservazionali. Tutto questo, in parallelo alla Metodologia omeopatica ed alla Materia Medica. A parte le caratteristiche delle varie Scuole, si dovrebbe riuscire a produrre, in tre anni, una competenza che non sia solo in Omeopatia, ma anche nel contesto delle Scienze in cui essa è inserita e che la supportano. L’Omeopatia, al contrario della Biomedicina, è una Scienza Aperta e sempre allineata con l’ampliamento scientifico. Il confronto futuro non sarà certo con la attuale ed abbastanza squallida Biomedicina e la corrente “scienza ufficiale”, né tantomeno con i cosiddetti “Ordini dei Medici”.
Formare solo i medici?
Non era così che si pensava nelle prime generazioni di omeopati.
La conoscenza è di tutti quelli che possono e vogliono recepirla; in questo senso può essere rivoluzionaria. Oggi i più attenti ed interessati estimatori della forma di Medicina interpretata dall’Omeopatia (e dalle Scienze correlate) non sono i medici, ma altri laureati e no, ogni genitore consapevole, ad esempio. Ricordo che gente come Hering e Clarke ha scritto prontuari per le famiglie e che l’Omeopatia in Brasile è oggi insegnata ai contadini (in agraria, veterinaria ed umana); e che in India, magari la conoscessero le madri che fanno assistenza agli ultimi. C’è una Omeopatia per tutti, ed è un primo livello; ed una specialistica per medici, veterinari ed agronomi, ed è un livello professionalizzante.
La forza dell’Omeopatia è enorme, siamo noi, queste ultime generazioni di omeopati, a non essere all’altezza. Durante la Covid19 l’Omeopatia ha superato di netto ogni standard convenzionale (cure precoci, di precisione, efficaci quasi al 100%, da sole o in associazione a quelle biomediche; profilassi mirata già dopo i primi 15 giorni; soddisfazione dei pazienti; lavori scientifici), eppure è risultata totalmente in ombra.
A mio parere, il punto basilare è che gli omeopati non hanno sufficientemente ground per esprimersi, semplicemente per quello che sono.
Ci vogliono quattro anni, in teoria, per inaugurare un nuovo corso per l’Omeopatia ed immettere medici (e non solo medici) diversamente formati: un primo anno indispensabile per formare i docenti, e tre anni di corso minimo regolare. Questo è quanto ho sin qui capito, dopo quasi 50 anni di stare in mezzo alla cosa da tanti punti di vista
E, per fare la prova, abbiamo lanciato e stiamo svolgendo a Palermo – gennaio/dicembre 2024 – un corso pilota di Omeopatia ed Arte del Guarire per tutti. Intanto, è un primo livello. Se il Programma convincerà negli esiti, lo divulgheremo, sperando di essere superati dalle altre Scuole nella sua realizzazione.