cura di:
Marco Colla
Medico Chirurgo – Omeopata BIELLA
Docente Scuola di Medicina Omeopatica Similia Similibus di Torino
studio@marcocolla.it
Monica Delucchi
Medico Chirurgo – Omeopata GENOVA/BRESCIA
Docente Scuola di Omeopatia Centro Studi La Ruota di Milano
monica.delucchi.csr@gmail.com
La tosse di Andrea. Un caso acuto di Arsenicum album.
Michela Nava
Medico Chirurgo – Omeopata BERGAMO
michy.nava@yahoo.it
La mamma porta in visita il piccolo Andrea, 2 anni, per la recente comparsa di tosse che definisce “canina forte”, che gli impedisce di parlare e tanto rumorosa da svegliarlo la notte. È inoltre sopraggiunta faringodinia da ieri.
Il quadro respiratorio è esordito dopo una giornata particolarmente fredda, iniziando con un semplice raffreddore con secrezione limpida, soprattutto al risveglio, che nonostante i frequenti lavaggi nasali si è complicato trasformandosi in tosse. Non si è presentato rialzo termico. Gli accessi di tosse notturni, che svegliano Andrea e lo spaventano, hanno fatto preoccupare i giovani genitori, che quindi giungono a farlo valutare.
Andrea è un bambino vivace e generalmente con grande appetito. Non frequenta l’asilo nido ma viene accudito in casa da mamma e nonni, che sono molto attenti ed apprensivi.
Al momento della visita il piccolo risulta molto attivo e curioso, ho bisogno della collaborazione della mamma per farlo stare fermo un attimo in modo da poterlo valutare. All’auscultazione del torace non rilevo grossolani rumori aggiunti, Andrea presenta qualche colpo di tosse con secrezione mucosa non eccessiva a livello delle alte vie aeree. La mamma riferisce che al momento dell’accesso di tosse paiono scatenarsi anche conati di vomito. Risulta sempre apiretico.
La pelle a livello delle narici e nella zona periorale risulta irritata dallo scolo nasale degli scorsi giorni, una corizza che però dopo la comparsa della tosse si è ridotta. Andrea ci fa capire che gli brucia il nasino all’interno. La mamma riferisce una voce più rauca del consueto e sospetta che gli faccia male la gola per via dell’inappetenza mostrata: probabilmente ha dolore a deglutire. La lingua appare lievemente patinata di bianco, il faringe diffusamente iperemico ma senza presenza di placche purulente. Le estremità sono calde.
Nell’analisi repertoriale emergono subito dopo Arsenicum, che compare al primo posto, una serie di rimedi che considero, ma che poi scarto: Hepar Sulfur, con caratteristiche quasi sovrapponibili in relazione ai sintomi repertorizzati; Aconitum, che scarto perché il quadro mentale di Andrea è tutto tranne che terrorizzato, al massimo irrequieto; Pulsatilla e Mercurius, così come Kalium bichromicum, presentano secrezioni con caratteristiche molto diverse. Considero Spongia tosta, che ha anch’essa irrequietezza, soprattutto durante il raffreddore, e una tosse stizzosa e insistente, ma, proprio per il rapido passaggio da raffreddore a faringite e quindi a tosse con accessi notturni, con presenza di secrezioni limpide ma escorianti, oltre che per l’aggravamento notturno e con l’esposizione al freddo decido di prescrivere Arsenicum album 5CH 3 granuli 4 volte al dì.
Dopo il primo giorno di terapia la mamma mi comunica di aver interrotto la somministrazione per la sensazione di peggioramento della sintomatologia in concomitanza del rimedio. Si è inoltre manifestata un’irritazione della pelle a livello pubico e genitale, di aspetto eritematoso/eczematoso con modesto prurito locale.
La esorto a proseguire la terapia, spiegandole della possibilità di un iniziale peggioramento del quadro sintomatologico all’assunzione del rimedio, e che la comparsa dell’eruzione parrebbe un segno positivo di evoluzione della malattia, secondo la legge di Hering. Consiglio applicazione sulla pelle di unguento/olio emolliente (es. lavanda, calendula) per lenire l’irritazione locale.
Dopo 3 giorni di somministrazione di Arsenicum album 3 volte al giorno, la mamma mi riferisce che si è verificato un rapido miglioramento della sintomatologia: la tosse è scomparsa così come la corizza. Andrea ha ripreso la consueta vivacità ed appetito.
L’eruzione pubica persiste seppur meno eritematosa (la mamma riferisce la sensazione di “carta vetrata” al tocco): le indico di interrompere l’assunzione del rimedio, ma di proseguire con la terapia topica a livello cutaneo con unguento alla calendula, terapia che dopo alcuni giorni porta beneficio.