Diagnosi nosologica e individualità morbosa: tre casi di polmonite in pazienti anziani
Pietro Gulia Medico Chirurgo – Omeopata ROMA
Vice-Direttore Scuola di Medicina Omeopatica I.R.M.S.O. – Roma
pietrogulia@alice.it
Il seguente lavoro è stato presentato al II Congresso Internazionale di Medicina Omeopatica Classica Hahnemaniana tenutosi a Roma il 10-12 Novembre 2023, riveduto per la pubblicazione dallo stesso Autore.
Three elderly patients suffering from pneumonia: their cases prove this severe
disease may be cured by homeopathic clinical methodology (condenced in § 3 of Organon) as homeopathic doctors often did in pre-antibiotics age.
Two women, 70 and 75 years old: the first one, suffering from multimorbidities, was cured by Sanguinaria 30 CH; the second one cured by Lycopodium MK.Third patient: a 83 years old man, cured by Lycopodium 30 CH.
First case: the first selected remedy (Bryonia) was wrong.
Second case: right selection of homeopathic remedy, but first given potency (30 CH) was unfit for the patient.
Third case: wrong nosological diagnosis (suspected lung cancer instead of pneumo- nia) but right homeopathic medicine cured the patient.
They recovered without side effects by therapy,without complications, in compar- ative short time, as § 2 of Organon states. ,
KEYWORDS
Pneumonia – homeopathic clinical methodology – elderly patients
Introduzione – La terapia antibiotica di patologie batteriche consente indubbi ri- sultati positivi: così è per la polmonite. In epoca pre-antibiotica gli omeopati riusci- rono, frequentemente, a guarire questa temibile patologia. Ciò è realizzabile anche oggi basandosi sui principi metodologici clinici omeopatici, in primis principio dei simili e individualità morbosa, pur tenendo conto dell’efficacia e limiti della pre- scrizione omeopatica in tali casi e sempre avendo ben in mente che la diagnosi nosologica da sola non conduce alla selezione del medicinale omeopatico curativo. Materiali e Metodi – Metodologia clinico-terapeutica unicista in due donne, di 70 e di 75 anni, e un uomo di 83 anni, con polmonite, guariti rispettivamente dai medicinali Sanguinaria (30 CH) e Lycopodiun clavatum (30 CH e M K nel secondo caso – 30 CH nel terzo), selezionati in base ai sintomi caratteristici del caso. Nel caso di Sanguinaria la paziente fu inizialmente trattata con antibioticoterapia, che la migliorò, ma non la guarì.
Risultati – Miglioramento della sintomatologia soggettiva e miglioramento generale dei pazienti (par. 2 e par. 253 Organon): guarigione completa in tempo sufficiente- mente breve, senza effetti collaterali della terapia e senza comparsa di complicazio- ni e con rapido ritorno a buona condizione generale di salute.
Discussione – I casi di tre pazienti anziani consentono considerazioni sulle possi- bilità e limiti del trattamento omeopatico della polmonite. Nel caso dell’ottanta- treenne, l’iniziale orientamento diagnostico – sospetta neoplasia polmonare – ri- sultò errato: malgrado ciò, si ottenne ugualmente guarigione completa grazie alla metodologia clinica omeopatica hahnemanniana basata sui principi di similitudine, d’individualità morbosa, di rimedio unico e di dose minima, e non solo sulla precisa diagnosi nosologica, sempre necessaria, da ricercare e attestare.
Conclusioni – Qualora si individui la possibilità d’intervento omeopatico dettata dalla presenza di sintomi caratteristici del singolo paziente (e non solo patogno- monici del quadro nosologico) secondo il paragrafo 153 dell’Organon, è possibile ottenere validi risultati anche in una patologia insidiosa quale la polmonite.
PAROLE CHIAVE
Polmonite – metodologia clinico-terapeutica omeopatica – pazienti anziani.
INTRODUZIONE
La diagnosi nosologica è una tappa della più complessa diagnosi clinica omeopatica, che comprende la diagnosi dell’individualità morbosa e l’obbligatorio rispetto della legge dei simili in modo da giungere alla corretta diagnosi medicamentosa, come Hahnemann indica nella lunga nota al § 81 dell’Organon1: “… evidente, che i nomi di malattia … non devono avere peso sul modo di cura del vero medico, che deve giudicare e guarire le malattie … dal complesso totale di tutti i segni dello stato individuale …”.
Harvey Farrington2 ricorda che l’American Institute of Homeopathy definisce il medico omeopata: “Colui che aggiunge alla sua conoscenza della medicina la speciale conoscenza della terapeutica omeopatica e che osserva la Legge dei Simili”, e, in linea con Hahnemann, precisa: “una prescrizione omeopatica non può essere fatta seguendo i comuni metodi della presa del caso, propri di un medico ordinario …” perché: “Le indicazioni che conducono al simillimum di rado si trovano tra i sintomi patognomonici” (della malattia, cioè sintomi scarnamente descritti nella semeiotica convenzionale).
Analogamente, nella XVII Lezione, Kent3, ribadisce un principio metodologico: “Esistono due tipi di studio: il primo verte sulla classificazione della malattia, il secondo sull’individuazione del rimedio di cui il paziente ha bisogno …”.
Se, dunque, è irrinunciabile il principio d’individualità morbosa (§ 821) un suo logico derivato è che non bisogna pensare: “a dei rimedi in correlazione a una qualche particolare malattia. Phosphorus non è un rimedio della polmonite, ma curerà qualsiasi caso di patologia presenti sintomi essenzialmente simili in generale a quelli prodotti nei provings di Phosphorus su persone sane. Ciò è vero per ogni altro medicinale compreso nella vasta Materia Medica” (W. Dieffenbach4). Non si prescrive in base al nome della malattia, né applicando consequenziali rigidi protocolli terapeutici, ma in base ai sintomi caratteristici (§ 1531) del singolo paziente e alla legge dei simili s’individua il medicinale omeopatico necessario per quello specifico caso e alla potenza e posologia richieste dalle condizioni del paziente: “Il rimedio esattamente simile e alla potenza adeguata farà abortire o renderà più breve il decorso di una polmonite, di una febbre tifoide o di qualunque altra malattia acuta …” (Dieffenbach4).
MATERIALI E METODI
Secondo la metodologia clinica omeopatica si considerano: i sintomi caratteristici generali, mentali, fisici, modalizzati, descritti dal paziente e notati dal medico; esame obiettivo; diagnosi nosologica; applicazione della legge dei simili , cioè selezione del medicinale omeopatico unico (diagnosi medicamentosa), i cui sintomi sperimentali e/o clinici corrispondano a quelli selezionati nel caso, utilizzando repertorio cartaceo o informatico e ottenendo conferma della scelta consultando le Materie Mediche; scelta della scala, potenza, dose e frequenza di ripetizione del medicinale; valutazione dell’andamento del caso dopo somministrazione del rimedio selezionato, considerando aggravamento o miglioramento, cioè direzione dell’evoluzione dei sintomi e della condizione del paziente, con eventuale modificazione della scelta del medicinale o modificazione di potenza, dose e frequenza di ripetizione del medicinale già somministrato.
Si espongono tre casi con uguale diagnosi nosologica – polmonite – in tre pazienti anziani, ma con terapia diversa secondo i principi metodologici omeopatici d’individualità morbosa e medicamentosa e la legge dei simili.
Con la diagnosi nosologica, obbligatoria e necessaria, si sono discriminati i sintomi propri della malattia da quelli caratteristici di ciascuno dei tre pazienti; se ne è seguita l’evoluzione ricorrendo alla diagnostica strumentale e di laboratorio, a conferma di diagnosi e di guarigione. La diagnosi nosologica, però, da sola non avrebbe portato a selezionare il medicinale omeopatico curativo, anzi nel terzo caso la prescrizione del preciso medicinale omeopatico consentì la guarigione prima ancora che l’esatta etichetta diagnostica fosse applicata.
Criteri di selezione dei tre casi:
Caso 1) – Esatta diagnosi nosologica, ma iniziale errata diagnosi medicamentosa omeopatica.
Caso 2) – Diagnosi nosologica e medicamentosa esatte, ma potenza scelta non adeguata al caso.
Caso 3) – Diagnosi nosologica sbagliata, ma diagnosi medicamentosa omeopatica esatta.
I casi clinici
CASO 1
Donna, 70 anni, commerciante.
Marzo 1998 – Ipertensione e fibrillazione atriale cronica dalla menopausa, 20 anni prima: nessun trattamento per effetto paradosso dei farmaci convenzionali prescritti. Gastrite cronica e anemia megaloblastica, con reazione paradossale alla vit B12. Obesa. Costante apparente buon umore. Vive in un paesino di montagna del Parco d’Abruzzo. In una giornata di gelida tramontana prese molto freddo. Il giorno dopo febbre 39°; poi, tosse secca, violenta, e prostrazione. Aconitum 30 CH, somministrato su consiglio di un familiare, non ebbe effetti positivi.
Visitata a domicilio in 4ª giornata, h. 11: semiseduta, coperta fino all’addome, stare troppo coperta le dà fastidio; guance molto rosse; febbre 38,5° – 39,5°. Tosse secca, continua, tormentosa, con dolore al petto e al capo. Molta sete e bisogno di bere fresco. E.O.: respiro superficiale, accelerato, fvt in campo polmonare inferiore dx; ipofonesi alla percussione su stessa area e ridotta mobilità base polmonare dx; mv ridotto e rantoli inspiratori nella stessa area polmonare. Diagnosi: polmonite lobare dx (confermata, il giorno successivo, dal medico di famiglia).
Prescrizione: Bryonia 30 CH, plus, ogni ora. Si raccomandò, se non ci fosse stato alcun > entro le successive 8 ore, di passare a terapia antibiotica.
Stesso giorno, h.17 – la figlia avvisò che il quadro era peg giorato, la T salita a 40° e la tosse intensa. Prescrizione: Eritromicina fl 1 gr/ 2/die i.m. per sette giorni, paracetamolo.
Sette giorni dopo – La paziente richiese visita domiciliare: al mattino, ultima iniezione di antibiotico. La febbre è scomparsa dopo quattro giorni di antibiotici, ma la tosse non è modificata: intensa, tormentosa, < di notte, non più secca ma catarrosa, tanto catarro, giallo, denso, sapore come di guasto. La tosse provoca dolore addominale.
Visita domiciliare: pomelli delle guance ancora molto rossi; calore al palmo delle mani (caldo al termotatto), sente i palmi bruciare e rivela che ciò succede, di tanto in tanto, fin da inizio malattia, poi all’improvviso tornano quasi normali. Stesso fenomeno alla pianta dei piedi. Pancia molto gonfia: tanta aria dentro, deve emettere molti flati, specialmente quando tossisce e le sembra che, espellendo aria, la tosse si calmi. E.O.: rumori umidi grossolani diffusi nei campi polmonari, soprattutto a destra.
Sintomi selezionati (par.1531) e, all’epoca, repertorizzati con repertorio cartaceo di Kent 5:
Emissione di aria intestinale tossendo
Tosse > con emissione di aria intestinale
Pomelli delle guance molto rossi
Sensazione di calore e bruciore al palmo delle mani
Tosse tormentosa, < di notte,
Si riporta repertorizzazione con Radar Opus6, modulo “Classico fino a Kent (1916)”.
Sanguinaria canadensis 30 CH, 2 granuli a secco, 10 granuli in 250 ml acqua oligominerale, un cucchiaino ogni due ore in plus; distanziare maggiormente se >.
RISULTATO – > iniziato dalla seconda ripetizione del rimedio. Successive 72 ore: scomparsa di tutti i sintomi. Guarigione rapida senza postumi in una paziente con multimorbidità.
COMMENTO – Diagnosi nosologica esatta ma selezione errata del primo rimedio omeopatico prescritto, uno dei tre errori gravi che il medico omeopatico commette (Hahnemann 6). La diagnosi di polmonite si basò solo sull’esame clinico: concordanza diagnostica dell’omeopata e del medico di famiglia. Non eseguiti Rx torace né esami ematici o dell’espettorato, come nella maggioranza dei casi ambulatoriali (Prof. P. Carta7). La somministrazione di Bryonia non fu utile, anche se in periodo di osservazione breve: non corrispondeva al rimedio necessario. Di fronte a patologia acuta grave in paziente con importante patologia pre-esistente, se non si è in condizione di seguire costantemente con visite dirette il malato, è deontologicamente corretto fissare un tempo prudenziale d’osservazione della reazione al rimedio omeopatico prescritto e, in caso d’inefficacia – segno di errore prescrittivo – cambiare rimedio o riconoscere il proprio limite e ricorrere ad altri mezzi che potrebbero aiutare a non compromettere irrimediabilmente lo stato del paziente. La prescrizione di terapia antibiotica, pertanto, in questo caso, può considerarsi giustificata se non obbligatoria. Essa, però, fu parzialmente efficace: la paziente non peggiorò, la febbre scomparve dopo 4 giorni, ma il quadro clinico complessivo non cambiò e non ci fu completa remissione della sintomatologia né ritorno a una condizione di buona salute. In poche parole, la paziente non guarì.
Sette giorni dopo la prima visita, i sintomi caratteristici individuali, raccolti con più acume, condussero alla precisa diagnosi medicamentosa: Sanguinaria. Col senno di poi, riconsiderati i sintomi della paziente presenti già in prima visita, si potrebbe affermare che Sanguinaria fosse il rimedio da prescrivere fin da allora. La rubrica: COUGH, FLATUS, passing, amel. ha un solo rimedio e al 3°: ciò ne fa una keynote di Sanguinaria. Sintomo che Hering, nei Guiding Symptoms 7, segnala come ▌= symptom verified by cures. Così come l’altro sintomo riscontrato: “cough … tormenting, with circumscribed redness of cheeks …”.
Con la prescrizione dell’esatto rimedio omeopatico, i cui sintomi caratteristici corrispondono ai sintomi straordinari, predominanti, peculiari non comuni del malato, la ripresa della paziente fu straordinaria (§ 2 e 253)1: scomparvero rapidamente la tosse e gli altri sintomi fisici, riguadagnò subito un buon livello di salute senza conseguenze della polmonite, malgrado il suo quadro clinico di multimorbilità.
CASO 2
Donna, 75 anni, ex insegnante.
Gennaio 2023 – Cura omeopatica da 34 anni (artralgia delle grosse articolazioni). Ne ebbe giovamento e, da allora, si cura omeopaticamente. Non usa farmaci convenzionali. Apparente buona salute. Vedova. Due figli, che vivono in città molto lontane. Vive da sola in una casa molto grande. Rifiutò la vaccinazione anti Coronavirus; ebbe Covid nel dicembre 2022, superato in una settimana con Bryonia, Pulsatilla. Tutte le visite riferite di seguito si svolsero in videochiamata.
29 gennaio 2023 – Tardo pomeriggio – Dopo aver preso freddo nei giorni precedenti, durante la mattinata accusa febbre 38°C, intenso dolore alla gola e al petto, marcata sensazione di secchezza e bisogno di bere spesso acqua a temperatura ambiente; occhi secchi e con molto prurito; non vuole far nulla, solo starsene ferma a letto.
BRIONIA 30CH, 3 granuli a secco, 5 granuli in 300 ml acqua, metodo plus, un cucchiaino ogni 3 ore, distanziare maggiormente se migliorata.
31 gennaio – Scarsi risultati, non miglioramento: apatica, palpebre rosse e gonfie, desiderio sentire fresco sul viso, “… Mi viene spesso da piangere: sto sola, i figli lontano. Quando ci sentiamo in videochiamata, mi sento meglio”. Ieri si è sottoposta a test per Covid. Frettolosa prescrizione di: PULSATILLA 30CH, plus ogni 4 ore.
La paziente vive lontano da Roma (dove risiede il suo omeopata), il suo medico di famiglia è influenzato e lei non si fida di altri e rifiuta di farsi visitare da altri medici – come richiesto dall’omeopata – per cui non c’è modo di avere dati dall’esame obiettivo.
Si consigliano: esame Rx torace a domicilio ed esami ematici.
2 febbraio – ore 17 – Test Covid negativo. Notte quasi insonne per via della tosse; bere acqua a temperatura ambiente (= fresca) le dava fastidio; leggera cefalea; catarro verdastro; non sente odori né sapori; la febbre sale nel pomeriggio: “ora è 37,5° … sono turbata: perché la febbre, perché di pomeriggio? Che infezione ho? Perché non riesco a debellarla? Mi sento imbambolata, depressa, ho impressione che questa volta non ce la farò … = preoccupata, spaventata, teme avere grave malattia infettiva, dubita di guarire, pallida con occhiaie, lingua con patina bianca.
Si prescrive Calc-c, spesso utilizzata in passato, anche in fase acuta (più precisamente, in riattivazione miasmatica acuta) con ottimi risultati.
CALCAREA CARBONICA 200K, 10 globuli una sola volta (potenza che la paziente ha in casa).
3 febbraio – ore 10 – Dopo Calc-c, modesti cambiamenti: apparentemente più energia e voglia di fare (cucinare, sistemare casa), ma la notte non è andata bene: sudorazione notturna senza miglioramento, tosse intensa e tormentosa con catarro giallo-brunastro; abbondante secrezione nasale giallo-verdastra e vischiosa. Ora è in apprensione in attesa del radiologo (arriverà alle 11) e del suo “verdetto”.
h.11,00 – Rx torace: “Sfumata area di tenue radiopacità localizzata in corrispondenza del campo inferiore di destra … Aspetto diffusamente accentuato della trama peribronchiale in sede ilo-parailare bilateralmente. Biometria cardiaca nei limiti. Regolare rappresentazione dello spazio chiaro retrosternale. Ateromasia calcifica dell’arco aortico. Non falde di versamento pleurico bilateralmente.”
CALCAREA CARBONICA 200K plus, un cucchiaino da tè della soluzione, una sola volta.
4 febbraio – “Dopo seconda dose di Calcarea, la tosse è diminuita progressivamente; stanotte per la prima volta non ho tossito, se non poco all’1 e alle 5 …. la secrezione nasale è molto ridotta. Tutto ciò mi ha molto impensierito, sono in apprensione, temo di star tornando indietro, come mai non ho più secrezione dal naso? “. Alle domande, inoltre, la paziente si mostra quasi irritata (il che le è insolito!) ed è evidentemente turbata e preoccupata
- 2531: “Fra i segni che indicano, in tutte le malattie, ma specialmente in quelle acute, un inizio anche piccolo, non visibile a chiunque, di miglioramento o peggioramento, lo stato dell’animo e il comportamento del malato sono i più sicuri e i più evidenti. In caso di miglioramento, anche lieve, il malato si sente a suo agio, presenta una maggiore calma, ha spirito più sereno, ha più coraggio e i suoi modi diventano più naturali … In caso di peggioramento, anche piccolo, avviene il contrario …”. In altre parole: la direzione di guarigione (dall’interno all’esterno ecc.) non è rispettata. La paziente non è a suo agio, non è più calma, più serena, al contrario ha un atteggiamento insolito per lei: Calcarea carbonica non sta funzionando.
Sintomi secondo § 1531:
ansia per la salute;
dubita di guarire;
< da sola;
febbre di pomeriggio;
desiderio bevande calde
polmonite lobare inferiore destra
LYCOPODIUM 30CH – tre granuli a secco, 5 granuli in 300 ml acqua, plus/3 ore.
6 febbraio – ore 11 – Ultime due notti: no tosse. Sente catarro fermo in trachea, se lo espettora, è bianco; ripresa la secrezione nasale, scarsa densa e bianca. Ricomincia a sentire sapori: “Ciò mi conforta. Ieri ero apatica, … oggi l’umore è migliore …” LYCOPODIUM 30CH, plus, ogni 5 ore.
8 febbraio – ore 9 – “Sto acquistando forza … Un solo attacco di tosse tra le 4-5 a.m. … Da ieri m’è tornato dolore al ginocchio destro …, ho messo dell’arnica ma non ha fatto nulla. Ho difficoltà a piegarlo, sento come un calore dentro, ma al contatto non è caldo, peggio alzandomi da seduta … Mi sento come Cassandra perché mi faccio presagi che si avverano … capitano tutte a me …”. = sensazione di essere sfortunata Unfortunate feeling
La gonalgia è sintomo comparso altre volte in passato: non è un ritorno di sintomi. Idem per il suo umore. Non è proving indesiderato, ma sono sintomi che la paziente manifestò in passato in altre situazioni. Segni dell’attivazione della sua psora, come Hahnemann indica nelle Malattie Croniche per un’intensa malattia acuta intercorrente.
Sintomi secondo § 1531: (Radar 6 – Quantum)
Paura accada qualcosa,
autocommiserazione, si sente sfortunata
paura stando da sola
ansia per la propria salute;
dolore ginocchio destro, < flettendolo;
sensazione di calore nel ginocchio destro.
La preminenza di sintomi di cambiamento d’umore (§ 213)1, sintomi nitidamente corrispondenti al rimedio, così pure lo stallo – di fatto la paziente è in stand-by, si sente meglio ma non è guarita – indicano la necessità di ricorrere a potenza più alta (Dieffenbach4):
LYCOPODIUM MK – 20 globuli, una sola volta.
9 febbraio – ore 10 – “Ho preso Lycopodium alle 16,30. Va meglio, ho dormito bene, niente tosse, pure il ginocchio va meglio, resta il dolore quando mi alzo da seduta. Dopo Lycopodium ho dovuto usare una quantità di fazzolettini per il catarro che mi veniva continuamente in bocca”.
Non ripetere Lycopodium. Continua bevande calde, a lei molto gradite. Ripetere Rx torace dopo tre giorni.
1 marzo 2023 – Da due settimane è tornata all’abituale ritmo di vita. Visitata dal medico di famiglia a metà febbraio: nulla all’esame obiettivo. La gonalgia è scomparsa, favorita anche da due sedute osteopatiche.
2 marzo 2023 – Rx torace: “Al controllo odierno risoluzione della tenue opacità basale a destra precedentemente evidenziata …”.
RISULTATI – Il quadro iniziale di polmonite basale dx, radiologicamente documentato in data 3.2.2023 si è risolto; più precisamente, il quadro sintomatico soggettivo si è risolto positivamente nel giro di sei giorni, con recupero di buona condizione generale (par.2 e par. 2531).
COMMENTO – Tutte le visite furono in videochiamata; un Rx torace a domicilio documentò polmonite. Non fu possibile fare esame espettorato, ma d’altronde, si reputa (Prof. P Carta7) che il 50 % delle polmoniti ambulatoriali non siano sottoposte a questo esame e l’eziologia resta sconosciuta 7. Diagnosi nosologica su sospetto clinico confermato da esame Rx. Dopo Bry, Puls, Calc-carb, rimedi similari e poco efficaci, furono i sintomi generali e mentali rivelatori del cambiamento dello stato d’animo e di mente (par. 2131), a indicare la diagnosi del corretto medicinale omeopatico. Quando il miglioramento rallenta o va in stallo, soprattutto se continuano a essere presenti sintomi generali e mentali corrispondenti allo stesso rimedio omeopatico selezionato, è confermata la necessità di passare a potenza superiore del rimedio, secondo le indicazioni derivate dalla plurisecolare esperienza clinica omeopatica e riportate nella letteratura omeopatica (es: Dieffenbach4). Anche in questo caso, in tempi sufficientemente brevi, si ebbe scomparsa di tosse e degli altri sintomi fisici, la paziente riguadagnò un buon livello di salute generale senza conseguenze della polmonite.
CASO 3
Maschio, 83 anni
1ª visita il 10 giugno 2020 richiesta per un problema presente da 40 anni: insonnia (da anni, dorme 2 ore).
Anamnesi (sintesi). Nevrosi d’ansia (così definita dal paziente) da sempre: neurolettici, antidepressivi, ansiolitici da 40 anni, con efficacia ridotta quasi a zero. 6-7 tonsilliti/anno fino a tonsillectomia a 20 anni.
33 anni. Polmonite lobare: prolungata e massiccia terapia antibiotica.
65 anni – Vaccino antinfluenzale seguito da febbre altissima, tosse violenta, difficoltà respiratoria, spossatezza estrema: durò un mese “sono stato ad un passo dalla morte”.
66 anni – Vaccino antinfluenzale: stessa sindrome dell’anno prima! Da allora aborre la parola “vaccino”!
Ex impiegato ministeriale, stimato sul lavoro per la sua massima precisione e dedizione: incaricato, per questo, di redigere le circolari ministeriali.
Osservazioni personali (§ 901): logorroico, ama parlare di sé, pignolo.
Insonnia: iniziali effetti positivi, ma di modesta durata. Il paziente, però, continuò a chiedere supporto per patologie acute – gastroenteriti, faringiti, sindromi febbrili stagionali – rispondendo bene alla prescrizione omeopatica.
13 ottobre 2021 – Circa 10 giorni prima: tossettina, febbre 38° e nessun altro disturbo. Su consiglio della moglie (!!) prese: Belladonna, poi Bryonia, poi Mercurius, senza >. Ora avverte affanno, si muove lentamente per astenia, < se sta sdraiato, preferisce e > seduto. Affanno < se parla e se cammina. I colpi di tosse sono molto deboli, pochissimo catarro. Scarsissimo appetito. In data odierna ha eseguito test Covid: negativo.
E.O. – Pallido e dimagrito. PA 105/70; FC 74 ritmica, toni ipofonici, pause libere. T.35,8° Non si vuole pesare. O2 93%. Mucose rosee; lingua netta; lieve eritema faringeo. Torace: non rumori umidi né secchi.
Sintomi selezionati: desidera stare seduto e >; scarsa reazione (situazione perdurante da giorni, T molto bassa); affanno, < parlando e camminando; appetito molto ridotto.
Il risultato della repertorizzazione avvalora il sospetto di compromissione cardio-circolatoria, nonostante un’obiettività non propriamente conforme a condizione d’insufficiente azione cardiaca.
DIGITALIS PURPUREA 6CH, tre granuli/die per 10 giorni
Richiesti: esami ematici (anemia?), visita cardiologica, ecg ed ecocardiogramma.
29.10.2021 – h.16 – Quadro immutato. Tosse <. Tampone Coronavirus: negativo. Non eseguiti esami richiesti né visita cardiologica. Riferisce T. 38° al risveglio, oppure non c’è al mattino ma sale la sera. “La tosse è una tossetta”, frequente, < parlando e camminando; no catarro o non ha forza per espellerlo. No dolori tossendo. Naso chiuso, bocca secca ma non beve. Voce fioca e rauca. Affanno, cammina lentamente e a piccoli passi. Dimagrito (kg 65, ha perso altri 2 kg). No appetito, prende vitamine. PA 100/60 – FC 66 ritmica. O2 98%. Torace: nulla di patologico rilevato.
Commento – 84enne con decadimento fisico, tossetta, voce rauca, affanno, dimagrimento, febbricola, spossatezza, scoraggiamento e ansia: un quadro psorico, ma con obbligatorio sospetto di K apparato respiratorio (polmone, laringe). Si prescrivono: TC torace senza mdc (ha paura del mezzo di contrasto, teme reazione allergica) o almeno Rx torace (di più rapida e facile esecuzione e più accetta al paziente), esami ematici e visita ORL.
Sintomi selezionati – Febbricola, sospetto K – Dimagrimento – Tosse secca, tosse < parlando e camminando – Affanno, < parlando e camminando – Voce debole e rauca – Scoraggiato
STANNUM METALLICUM 9CH – tre granuli die per 10 giorni.
2.11.2021 – Rx torace: “Rinforzo basale bilaterale di significato bronchitico-peribronchitico del disegno polmonare …”.
13.11.2021 – Non eseguita TAC. In visione Rx. Riferisce > con Stannum fino al 5.11 = no tosse, no febbricola, lieve > stato generale. Dal 10.11 i sintomi sono ricomparsi.
In tutte le visite ha esposto con miriadi di dettagli inutili (secondo il medico) i suoi disturbi e il suo stile di vita, vuole precisare al massimo, assicurarsi che il medico comprenda bene … un vero conscientious about trifles … Conferma che sta lontano dai dolci, che ama, perché succede un disastro se ne mangia …
Sintomi selezionati – Troppi particolari inutili – Dimagrimento, in anziano – Tosse secca, a brevi colpi (2-3), rauca, < parlando – Voce debole e rauca – respirazione < parlando e camminando; < dai dolci.
LYCOPODIUM 30CH gtt = 3 gocce/die per 10 giorni, previa succussione del flacone con 5 scosse; versare tre gocce in ½ bicchiere acqua oligominerale; prendere un solo cucchiaio della soluzione e gettare il resto; ingoiare dopo aver trattenuto in bocca almeno 10 secondi.
15.11.2021 (2 giorni dopo) – TAC torace senza mdc – “Tessuto neoformato in regione ilo-parailare inferiore a destra, dimensioni 65×40 mm a interessare l’angolo cardiofrenico con minima quota di versamento pleurico omolaterale e disventilazione lamellare parascissurale …
Coesistono linfonodi ilari e sottocarenali, con diametro massimo fino a circa 2 cm …
Non ulteriori nodularità bilateralmente fatta eccezione micronodulo in corrispondenza del segmento basale laterale lobo inf sx di aspetto esitale e ispessimento pleurico apico-medio-basale dx verosimilmente in esiti …”. – (vedere anamnesi).
15.11.2021 – Inizia ad assumere Lycopodium 30 CH gtt ma, visto il referto TC, il paziente è inviato presso Centro Oncologico d’importante H romano. Il Primario Oncologo, vista la TAC, subito stabilisce iter per altri accertamenti in previsione terapia oncologica, chirurgia o chemioterapia: ecg, esame broncoscopico, TC total body.
30.11.2021 – ECG: “Ritmo sinusale con FC 97 bpm. Normale la conduzione atrio-ventricolare. Normale l’asse elettrico. Anomalie aspecifiche della fase di ripolarizzazione ventricolare”.
3.12.2021 – Fibroscopia. (laringe, corde vocali trachea nella norma) … a dx bronco segmentario infracardiaco completamente occluso da materiale giallo poltaceo, aspirato e inviato per esame microbiologico … dopo aspirazione il bronco segmentario … risulta pervio ma rivestito da mucosa colonnare biancastra …biopsie su tale mucosa e, in profondità, alla cieca a tale livello per esame citologico … A sinistra reperto endoscopico di normalità”.
9.12.2021 – TAC Total Body con e senza mdc. In sintesi: nulla a livello encefalico e cerebellare. Nulla a livello addominale (ipertrofia prostatica, già nota). Dopo mdc “in ambito toracico si conferma neoformazione parailare inferiore a destra di circa 6×4 cm, peraltro già tipizzata broncoscopicamente.” Il resto del referto in sintesi: confermati esiti di pregressi fenomeni flogistici; assenti linfonodi patologici mediastinici e ascellari bilateralmente; no versamenti pleurici né pericardici.
14 gennaio 2022 – Due mesi dopo prescrizione di Lycopodium. Già con le prime somministrazioni di Lycopodium il paziente aveva cominciato a sentirsi meglio. Sospeso Lyc il giorno della broncoscopia (3 dicembre) e nelle successive 24 ore, così pure il giorno della TC con mdc e per le successive 48 ore, ma quel giorno – 9 dicembre – si sentiva già meglio.
Il referto della biopsia e del broncoaspirato, su insistenza dei familiari, giunse pochi giorni prima di Natale,
Biopsia lobo inf dx + secreto bronchiale – Frammenti di mucosa bronchiale esenti da alterazioni istologiche di rilievo. NON evidenza di neoplasia. Negativa ricerca di cellule neoplastiche …”.
Esame microbiologico – BK negativo – Esame colturale: Haemophilus influenzae ++++ … ”.
Conclusione: polmonite da Haemophilus influenzae.
Visita del 14.1.2022 – All’arrivo del referto bioptico attorno a Natale, il paziente era già guarito da un paio di settimane. Cos’era accaduto con Lycopodium?
“>>> della febbricola, >>> della tosse e della voce rauca; più energia, ritornato appetito …
Ora, però, è ricomparsa l’insonnia … lei dovrebbe fare un altro miracolo …”.
Esami ematici del 20.1.2022: nulla da segnalare
Rx torace del 16.5.2022: “… Non … consolidamenti parenchimali di natura flogistico-infettiva né falde pleuriche …”.
COMMENTO – Una precisa diagnosi nosologica è una prima fase, obbligatoria, nel più complesso iter clinico-diagnostico omeopatico che comporta, altrettanto obbligatoriamente, la ricerca dell’individualità del singolo caso clinico, secondo la definizione stessa di Medicina Omeopatica e secondo il § 821: “… nessuna vera guarigione … può avvenire, senza cura severamente individualizzata di ogni caso … acuto e rapido oppure cronico ….”.
L’andamento clinico della patologia, subacuta, in un soggetto anziano, con verosimile ridotta capacità reattiva immunitaria (da non dimenticare il 40ennale uso di psicofarmaci), indusse in inganno sia il medico omeopata sia lo specialista oncologo.
Gli opportuni accertamenti strumentali consentirono una diagnosi precisa, escludendo patologia tumorale e accertando polmonite batterica. Prima che si giungesse, grazie all’esame microbiologico e bioptico dopo broncoscopia, all’esatta diagnosi nosologica, il paziente era già nettamente migliorato dalla patologia che si protraeva da più di due mesi: quando i referti degli accertamenti furono consegnati alla famiglia, il paziente era già guarito. Confermata la valutazione clinica indicata nel § 2531, verificata in due secoli di pratica medica omeopatica: in caso di patologia acuta, subacuta o cronica con interessamento lesionale, il miglioramento soggettivo (e obiettivo) precede la restitutio ad integrum dei tessuti alterati (che deve essere accertata). Gli esami strumentali ed ematici, successivamente eseguiti, confermarono guarigione senza complicanze. Tutto ciò fu possibile avendo rilevato i sintomi più individuali del caso: mentali, generali e fisici modalizzati corrispondenti a sintomi sperimentali e clinici del medicinale Lycopodium clavatum (più volte verificati e confermati da casi clinici), la cui somministrazione in potenza adeguata, dose e frequenza di ripetizione adeguate, fu stimolo efficiente affinché si raggiungesse la completa guarigione, a conferma di quanto, come proprio della metodologia omeopatica, mirabilmente sintetizzato da Hahnemann nel par. 3 dell’Organon dell’Arte del Guarire1.
CONCLUSIONI
Nessun medico omeopata può permettersi di scarsamente considerare la diagnosi nosologica:
per ovvi motivi diagnostici e prognostici;
per stabilire l’intenzione terapeutica (curabilità, palliazione, incurabilità omeopatica) e determinare la scelta di potenza e posologia del medicinale omeopatico selezionato;
per considerare il terreno miasmatico del paziente che l’ha prodotta;
obbligo medico-legale.
La sintesi conclusiva della duplice tappa, propria del medico omeopatico, di diagnosi nosologica e di diagnosi del singolo individuo malato, è lasciata a Pierre Schmidt8:
“La diagnosi in omeopatia è duplice:
– la diagnosi della malattia in base ai sintomi patognomonici,
– la diagnosi della persona malata per accertare i sintomi non-patognomonici che non appartengono alla malattia in questione, e cioè i sintomi insoliti, strani, rari, singolari e che ciò che sembra bizzarro (alias, § 153 – ndr).
Sono questi i sintomi che sono contrari al senso comune, che ci fanno riflettere, e che sono caratteristici di un particolare paziente. L’Allopatia non prende in considerazione tali sintomi …”.
BIBLIOGRAFIA
1) Hahnemann, C.F. S. – Organon dell’Arte del Guarire – 6a ed., a cura della L.U.I.M.O., Napoli, 1987.
2) Farrington, H. – Homeopathy & Homeopathic prescribing – Lesson one – in Radar Opus, testi
3) Kent, J.T. – Lezioni di Omeopatia, XVII Lezione “La Scienza e L’Arte del Guarire – CEMON ed, Napoli 2006
4) Dieffenbach, W. H. – The Treatment of Pneumonia – Heal Thyself -The Homeopathic World 1935 Nov., vol. LXX No 739.
5) Kent, J.T. – Repertory of the Homoeopathic Materia Medica 6th ed. – B. Jain Publishers, New Delhi 1991.
6) Radar Opus 3.0.16
7) Carta Prof. Plinio – Malattie dell’Apparato Respiratorio, aa 2006-2007 – Servizio
di Medicina Preventiva dei Lavoratori e di Fisiopatologia Respiratoria, Università
degli Studi di Cagliari.
8) Schmidt, P. – On potency choice and homoeopathic potentisation – KLASSISCHE HO-
MEOPATHIES, Band 29/1985.
PS – Traduzione testi citati: Pietro Gulia.