Echinacea angustifolia.
Un caso clinico.
SUMMARY
56-year-old woman diagnosed with diverticulitis, recurrent diarrhea, digestive disorders recently accompanied by bouts of “dark vomiting.” Recurrent fevers, present for years, of a nature to be determined, which have led the patient to certainly excessive use of various antibiotic therapies that are not at all resolving. Presently there is an obvious anxiety component centered on the feeling of a worsening reduced mental clarity.
KEYWORDS
Recurrent infections – Concern about significant loss of cognitive abilities – Compulsive sports activity.
RIASSUNTO
Donna di 56 anni con diagnosi di diverticolite, diarree ricorrenti, disturbi digestivi recentemente accompagnati da crisi di “vomito scuro”. Febbri ricorrenti, presenti da anni, di natura indeterminata, che hanno portato la paziente a un consumo sicuramente eccessivo di svariate terapie antibiotiche niente affatto risolutive. Attualmente è presente un’evidente componente ansiosa centrata sulla sensazione di un’ingravescente ridotta lucidità mentale.
PAROLE CHIAVE
Infezioni ricorrenti – Preoccupazione di una perdita significativa delle capacità cognitive – Attività sportiva compulsiva.
INTRODUZIONE
Echinacea angustifolia e Arnica montana sono probabilmente le due asteraceae più popolari, soprattutto – e purtroppo – da quando certi prodotti fitoterapici sono entrati nel grande vortice del business del “naturale”. Chi di noi non riceve preoccupate richieste di qualcosa per migliorare le difese immunitarie all’inizio dell’autunno? Non si contano più le vittime dell’idea perniciosa che qualcosa, comunque, spesso del tutto inutile, debba essere ingurgitato. Il concetto di una nostra resilienza, delle nostre risorse, si è ormai così affievolito da diventare alieno. Non pervenuto. Sia ben chiaro, non intendo affatto svalutare l’efficacia dei buoni fitoterapici usati a proposito, per carità. Tantomeno dei vari preparati a base di Echinacea, partendo della semplice quanto portentosa tintura che, se ben usati, hanno sempre confermato le loro indicazioni. Mi permetto solo di osservare quanto proprio questo delizioso fiorellino sia diventato una sorta di panacea nell’immaginario collettivo, un jolly per le tasche di chi sa sfruttare l’isteria conclamata del discutibile iper-consumo di prodotti “naturali”.
Considerando la cortese disponibilità di farmi pubblicare qualcosa su questo rimedio, preferisco non togliere troppo spazio dilungandomi nelle consultabilissime pubblicazioni sulle echinacee e, in particolare, sulla angustifolia. Sia la medicina tradizionale che la moderna fito-farmacologia raccontano tanto di questa meravigliosa, utilissima pianta: una delle tante con una storia che si perde nella notte dei tempi, con applicazioni evidentissime e conclamate tanto nella fitoterapia tradizionale quanto in quella moderna.
In medicina omeopatica Echinacea resta ancora un piccolo rimedio. Per fortuna non ci spaventano i misteri!
IL CASO CLINICO
Matilde è una professoressa universitaria di 56 anni che mi consulta su consiglio di una sua cara amica, una mia paziente storica che insegna nel suo stesso dipartimento e che da anni prova a convincerla di tentare una strada diversa per i suoi problemi di salute. Matilde ha sempre sdegnosamente rifiutato l’idea, domandandole ironicamente, come possa coltivare una così profonda amicizia con qualcuno che crede nell’Omeopatia.
Pochi giorni prima del nostro incontro la mia segretaria riceve un suo messaggio di posta elettronica di cui riporto qualche frase:
“… vorrei fosse chiaro che il fatto che abbia deciso di fare questa visita non significa che io CREDA in qualcosa che tutti ritengono assolutamente privo di evidenza scientifica.
… Sono fiduciosa che il vostro studio rispetti il segreto professionale e che non si venga a sapere che ho richiesto una visita da un omeopata …
… Mi riservo di verificare che quanto mi sarà prescritto non rientri in alcuni discutibilissimi principi attivi che SO vengono utilizzati da questa disciplina.
… Vorrei sapere se il dottore ritiene indispensabile che si abbandoni qualsiasi altro presidio terapeutico ufficiale”.
Matilde è una donna minuta, evidentemente sottopeso, tanto da farmi pensare a un possibile trascorso anoressico. Lo sguardo è molto acuto, penetrante. Il tono di voce sembra quello di un’insegnante che difficilmente riconosce quando è scesa dalla cattedra. Veste sobriamente e in primissima battuta, quando sto ancora raccogliendo solo i suoi dati anagrafici, sottolinea fermamente di non avere avuto figli per “mia libera scelta”.
Appena seduta si guarda intorno girando la testa come un bambino:
“Devo farLe i complimenti per i mobili … è riuscito persino a farci rientrare un lettino in questo studio … ma devo dirLe che non sembra proprio quello di un medico. Piuttosto un notaio, un avvocato … che ne so … forse uno psicanalista. Io non sono MAI andata da uno strizzacervelli, per cui non so proprio come siano fatti i loro antri …”
Dopo questa simpatica introduzione mi dice spontaneamente:
*** “Ho sofferto di diverse malattie dalla mia infanzia in poi, così dicono, ma per me è sempre la stessa, visto che sono sempre state accompagnate da FEBBRI MOLTO ALTE E SEMPRE CON GLI STESSI SINTOMI: oltre 39 di febbre e vomito … brevi episodi che in un paio di giorno rientrano … ma quasi sempre deiezioni inquietanti, perchè sin da che ricordo il mio vomito è spesso molto scuro. E questo preoccupa enormemente i suoi colleghi, come ben può immaginare!
La frequenza era di almeno una volta al mese e ho fatto varie analisi da cui emergevano sempre batteri o virus diversi … una volta persino una micosi … ma io stavo sempre allo stesso modo … e la mucosa del mio apparato digerente che è quella che è …
Non so …
Mi hanno operata di adenoidi da piccola e alcuni dicevano che fosse per quello, poi altri hanno chiosato che fosse il mio apparato respiratorio, altri hanno assicurato fossero disfunzioni renali … ma alla fine me le sono tenute e ME LE TENGO ANCORA …
Non ho mai trovato qualcosa che mi lasciasse senza febbri. Nemmeno per qualche mese di fila.
Anche ora, ogni volta che mi capita, ha sempre queste caratteristiche … ultimamente l’anomalia è che dopo 3 giorni di febbre il vomito e la nausea continuano diversi giorni …
§ Ci sono alcuni segnali premonitori: brividi … alla schiena … un va-e-vieni davvero fastidioso, una debolezza diffusa e un freddo addosso … e qualcosa alla testa … come se avessi una pesantezza … una congestione che va e viene come quelle ondate alla schiena …
§ La cosa anomala è che sono dolori particolari: prima arrivano come delle fitte improvvise, che di recente mi hanno spaventata perchè prima erano solo al petto, proprio a sinistra … mentre ora le sento spesso anche alla testa. Poi quando la fase delle fitte termina resta un senso di ridotta sensibilità …
§ E’ un po’ come i mal di testa che sono iniziati all’università … mi sembra che la testa sia gigantesca e batta al pulsare del mio cuore …
Sa come quando si addormenta una gamba? Oppure dopo il lento risveglio dall’anestesia del dentista?
§ Durante la febbre non sento mai sensazioni particolari … quando arriva la febbre è come se mi liberassi di qualcosa … ma poi arriva il vomito. E quello è davvero molto fastidioso.
§ Non riesco a ingerire nulla … e sto davvero male!”
Le domando come mai abbia deciso di rivolgersi ad un medico omeopata, in considerazione della curiosa mail inviata prima del nostro incontro:
*** “La vera ragione è che sono DISPERATA: il fatto di sentirmi OTTUSA, quel senso di testa ovattata e la difficoltà di PENSARE e di essere lucida mi attanaglia.
Sono anni che tollero l’avere dovuto prendere atto che il mio fisico sia così … ma che ORA venga intaccata anche la mia capacità di PENSARE non lo posso sopportare. Non lo posso nemmeno concepire … è proprio al di fuori della mia portata.
E come spesso succede alle persone disperate che si attaccano a tutto … mi trovo a fare questo tentativo. Mi hanno parlato bene di Lei e malissimo dell’Omeopatia.
Dicono che Lei sia un medico serio e preferirei rivolgermi a questa parte di Lei … non necessariamente all’omeopata. Anche se un giorno, forse … e fuori da questo studio … mi piacerebbe capire come una persona intelligente possa interessarsi di una medicina che usa farmaci immateriali, come ho letto su qualche libro di omeopatia. Mi sono documentata sa? Io mi documento sempre … è una malattia professionale la mia …
Il termine immateriale si presta a svariate interpretazioni che facilmente scivolano nello spiritismo o nello spirituale, se meglio crede.
Io penso che anche la nostra mente sia qualcosa di materialissimo, semmai non sappiamo ancora dimostrarlo, ma sono sicura che il nostro pensiero sia fatto di qualcosa di chimico, elettrico, magnetico o qualcosa d’altro che ancora non conosciamo. E solo per questo possiamo considerarlo immateriale … ma non c’è nulla di spirituale, religioso, animico, innaturale … è che la scienza ancora manca di certi strumenti. Ci arriveremo presto …”
Mi congratulo per la sua granitica fiducia, ma proprio non posso evitare di rispondere alla provocazione, facendole notare che la relazione con quanto ci è sconosciuto sia indispensabile e non solo allo sviluppo del pensiero scientifico:
* “Certamente … ma non significa accontentarsi di brancolare nell’oscurantismo!”
*** “Comunque, continuando con i miei malanni, capirà bene che per una persona come me sia una questione seriamente spiacevole sentirsi vittima di qualcosa che ottunde. Già ho malcelatamente sopportato per anni di vivere con un organismo che fa quello che può e di cui i suoi colleghi non hanno capito un fico.
Ma una cosa è una struttura fisica cagionevole e, come dice Lei, un fenomeno sconosciuto e, chissà se – a questo punto – conoscibile …
Anche i vari gastro-enterologi che ho dovuto consultare mi dicono che ho ingurgitato troppi antibiotici e che la mia flora batterica deve essere molto sofferente.
Soffro anche di diarree, molto debilitanti e antiche come la mia vita … se consideriamo anche i vomiti così frequenti capirà bene come è messo il mio apparato digerente.
Soffro anche di diverticolite per cui mi hanno fatto assumere mensilmente altri antibiotici. Me li DEVONO dare … ma anche gli ottimi specialisti che ho visitato ammettono, e nemmeno troppo alla fine, che non si può vivere ingoiando sempre antibiotici.
E’ fondamentalmente per questo che sono qui.
Nonostante la mia risicatissima dieta ho il colesterolo alto, tendo alla glicemia alta, anche le amilasi sono un po’ alte da tanti anni.
Poi ho la piorrea e il mio povero dentista le ha provate davvero tutte … non sono nemmeno riusciti a impiantarmi altri pezzi di osso perchè non hanno attecchito.
E per finire sono sotto osservazione dal cardiologo che dice che i miei dolori toracici sono probabilmente una sofferenza delle coronarie … ma per ora non ritiene necessario intervenire. Anche perchè NON SO se li farei intervenire: mi terrorizza solo l’idea che mi iniettino qualche liquido estraneo … mi mettano qualche stent o che mi aprano il petto …”
*** “Ma non pensi che io mi sia mai arresa a questa condizione!
Da bambina ho assillato i miei genitori perchè mi facessero studiare danza e ho proseguito a farlo fino a qualche anno fa. Ovviamente non quella classica … che onestamente non so nemmeno se sia la migliore forma espressiva del nostro corpo che interpreta la musica.
Anche oggi, in queste condizioni, continuo a tenermi allenata … mi fa sentire meglio e non mi fa arrendere alla viltà del mio fisico.
Sono sicura che se smettessi di allenarmi starei molto peggio. In tutti i sensi”
Le domando qualcosa su questa sua sicurezza:
** “Semplicemente lo sento IO che mi fa stare bene!
Chi meglio di me può saperlo?
Per anni mi si formavano ascessi alle dita dei piedi … penso fossero infezioni peri-ungueali. Ma nonostante la mia freddolosità non riesco a muovermi con alcun tipo di scarpa: devo danzare scalza! E’ anche per quello che ho interrotto presto con la danza classica …”
Dopo una lunga pausa le chiedo qualcosa di più sui sintomi soggettivi relativi alla diagnosi di diverticolite:
** “Intanto ho sofferto per anni di una colangite e dicono sia quella che continua a danneggiare il mio pancreas. E anche qui … è come per le febbri. Le diagnosi relative ai miei mal di pancia sono state parecchie … e IO SENTO SEMPRE LO STESSO DOLORE. Prima era al fegato e ora lo sento di più a tutto l’addome.
§ E’ come una tensione continua, una spinta di qualcosa che non riesce ad uscire.
Infatti come riesco a liberarmi di quelle fermentazioni poi il dolore scema. Altrimenti sono proprio tensioni dolorose e spasmi. CRAMPI!
Quando ho cominciato a gonfiarmi troppo, e anche in questo caso arrivava e arriva subito la febbre, hanno riconosciuto i miei diverticoli …
Qualche volta ho avuto sangue nelle feci e hanno subito pensato ad altro … ma sono solo piccole ragadi che si presentano se non sto attenta alla mia alimentazione”
Chiedo qualcosa in merito:
** “In tanti mi hanno detto di fare attenzione ai latticini … ma si sbagliano!
Ho provato ad ascoltarli e togliere completamente dalla mia dieta il latte … in tutte le sue forme. Persino il mio amatissimo yogurt … che mi faccio in casa da sola ed è buonissimo.
Il risultato è stato nullo!
Semmai devo fare attenzione alla pasta. Ovviamente ho fatto gli esami e non sono celiaca. Ma in genere mi fanno peggio i cereali. Io sto meglio con una dieta proteica e con grassi crudi vegetali.
Ma il pane è tanto buono e quando esco a cena con gli amici faccio fatica a non mangiare come loro. Poi ne pago le conseguenze …
Adoro la cipolla, ecco … e a quella devo stare proprio attenta: sia cotta che cruda”
** “Ho dimenticato di dirLe, a proposito della mia attività, che mi sono strappata DUE VOLTE il tendine di Achille … prima uno e poi l’altro …
Semplicemente allenandomi e non era nemmeno a freddo. Mi riscaldo sempre molto bene, le conosco certe cose.
§ Ho sentito il rumore di un elastico rotto …
Ma appena ho potuto ho ripreso le mie vitali passeggiate in montagna!”
Dopo una lunga pausa le domando qualcosa sul sonno:
** “Sempre dormito bene e sempre piaciuto dormire … e sempre sostenuto che una giornata completa e 8 ore di sonno siano necessarie.
Mi piace svegliarmi presto … e non vado a letto tardi: io sono un po’ una salutista … ma delle regole comuni … io lo conosco molto bene come sono fatta!
§ Lo definirei regolare … e non ricordo i sogni …
§ Quando ero giovane sognavo spesso di fare dei viaggi. Dovevo fare dei viaggi per lavoro … anche prima che iniziassi la mia vita lavorativa. C’erano sempre degli inconvenienti per cui il viaggio si complicava § la difficoltà più comune era che io avrei voluto viaggiare solo con i miei mezzi. Ma era impossibile … e finivo sempre per litigare con dei perfetti imbecilli che complicavano TUTTO. E quando dico imbecilli non intendo persone che giudicassi stupide! Intendo VERI IMBECILLI … dementi, individui con deficit cognitivi. Un disastro! Puoi litigare anche utilmente e quasi con piacere con un nemico. NON CON UN IDIOTA”
Dopo un’altra lunga pausa le domando qualcosa sul suo lavoro:
** “Sono considerata una seria sul lavoro …
A volte mi sembra portarmi dietro il mondo sulle spalle … non tutto dipende dalle mie azioni … e questo ha un impatto …
§ Ho iniziato ad accettare nel tempo che molte cose succedono intorno a me e non sono sotto controllo e non dipendono da me in modo diretto …
Mio padre recentemente ha avuto un ictus e poi un tumore cerebrale. Un vero atleta … e nessuno avrebbe mai pensato potesse ridursi così.
Pure mia madre … che ha iniziato presto con un Alzheimer e allora ti DEVI rendere conto che non puoi fare molto per migliorare certe condizioni: ti senti inutile e indifesa … rispetto alla corazza che ti sei costruita …
Il mio lavoro è molto stressante … e mi sono sempre dedicata completamente al mio lavoro e alla ricerca. Lavoro con troppo impegno e vado spesso incontro a periodi di burn-out … dai quali mi riprendo a fatica e solo con un meritatissimo riposo.
§ Me ne accorgo perchè comincio a non poterne più del lavoro e mi pesa moltissimo qualsiasi impegno mentale. Per fortuna i miei amati libri mi ricaricano … ma devo leggere fumetti … nulla che abbia a che fare con la ricerca o lo studio!
Per esperienza posso dirLe che questo rapporto con il lavoro non viene comunemente tollerato dai possibili partner. Infatti mi sono separata presto: sia da compagni precedenti che da mio marito.
Penso di averLe detto anche troppo. Pensa di potermi aiutare?”
Altri rimedi, come Echinacea, sono inspiegabilmente presenti nella nostra letteratura vantando un uso storico nelle medicine tradizionali, magari oggi ben conosciuti in ambito fitoterapico, ma restano dimenticati in ambito omeopatico. Pensiamo all’aglio, salvia, bardana, mandragora, vischio, solo per citare i primi che mi vengono in mente.
Se proviamo a immaginare Echinacea come un possibile parente stretto di Arnica sono proprio casi come questo a lasciarci perplessi, ma una lettura più attenta a come si declinano i temi dei rimedi apparentabili a una stessa famiglia omeopatica diventa illuminante.
Proviamo a partire da quanto è presente in letteratura:
GENERALIA: EMACIATION (294) – AllTF
GENERALIA: PERIODICITY (148) – BoeCv
VENTER: STOMACH: VOMITING: coffee grounds, like (29) – BoeCv
VENTER: STOMACH: NAUSEA: chill: during(72) – BoerO
TERGUM: BACK: COLDNESS, chill: Localization: Spine: waves, in (18) – BoerO
THORAX: CHEST PAIN: acute pains: stitching(347) – JoCE
THORAX: CHEST PAIN: acute pains: stitching: sides (223) – JoCE
THORAX: CHEST: ANXIETY in(188) – JoCE
CAPUT: HEAD: SENSATION: Enlarged s. (97) – FaE
CAPUT: HEAD: SENSATION: Enlarged s.; Brain(14) – FaEA
CAPUT: HEAD: SENSATION: Enlarged s.; Brain: beat of the heart, with every(1) – FaEA
MEMBRA: EXTREMITIES: NUMBNESS, insensibility(345) – PhSR
MEMBRA: EXTREMITIES: NUMBNESS, insensibility: Localizations: Upper Limbs(185) – PhSR
GUSTUS: MOUTH: DETACHED from teeth, Gums(60) – BoerO
THORAX: CHEST: ANXIETY in(188) – JoCE
MENS: ANXIETY: body areas, felt in certain: chest, in (198) – JoCE
GENERALIA: WOUNDS: suppurating(29) – ScPi
VENTER: ABDOMINAL PAIN: pressing pains(250) – BoeCv
VENTER: ABDOMINAL PAIN: pressing pains: pressing (245) – BoeCv
VENTER: ABDOMINAL PAIN: pressing pains: pressing: hypochondria(124) – BoeCv
VENTER: ABDOMINAL PAIN: General: flatus: passing: amel. (58) – KeJ
GENERALIA: COLDNESS (443) – Boer
SOMNIUM: journey: difficulties, with (8) – BoCM
SOMNIUM: quarrels, strife (90) – BoCM
Il sintomo seguente si riferisce specificamente al senso di ottusità concomitante alla cefalea ma, nella mia esperienza, qualsiasi disagio o dolore si accompagna spesso alla preoccupazione, se non all’angoscia, di perdita di lucidità:
MENS: DULLNESS, sluggishness, difficulty of thinking and comprehending: concomitant: headache: from (49) – BoeC
Volutamente non considero i sintomi che mi sono permesso di aggiungere.
Anche Echinacea si trova costretto, come Arnica, a fare i conti con l’angoscia di un corpo estraneo, inadeguato, costantemente minacciato, meccanico, inavvicinabile, con la stessa ipocondria che, però, si manifesta molto più precocemente. Echinacea sembra nascere già scompensato rispetto alle patologie tardive che costringono Arnica a prendere atto della sua vulnerabilità. Non sono i cosiddetti traumi ma i continui esempi della traumaticità dei suoi disturbi ricorrenti, precocissimi, che nessun medico e nessuna medicina sanno capire e curare. Anche Arnica è noto per gli ascessi e le infezioni ricorrenti, ma solo quando le sue strategie di compenso lo costringono a riconoscere il suo crollo. Echinacea sembra nascere crollato e mette in atto tentativi di compenso molto simili: la stessa razionalità difensiva, l’estraneità di un corpo macchina, l’estrema difficoltà a farsi avvicinare, una granitica dignità traslata tutta sul perfetto funzionamento della sua mente invece che del suo corpo. Echinacea è un atleta delle performance cognitive: gioca a fare il ricercatore invece che a rugby. Appunto fa lo studioso, non lo è. Come Arnica ha un corpo ma non ci si riconosce. Il mistero è un concetto alieno, non il pane quotidiano di ogni vero scienziato. Arnica si difende nel tentativo di coltivare un corpo d’acciaio, Echinacea costruisce muri di pensiero d’acciaio.
Rimando alla lettura della materia medica per una più dettagliata trattazione del rimedio e mi permetto di citare solo alcuni dei sintomi presenti in Suggesta, estratti dai diversi casi di questo rimedio trattati nel rispetto dei miei ben noti requisiti.
MENS: ANGER, irascibility: tendency: diarrhea, during(3) – MaMa
MENS: ANGER, irascibility: tendency: pain: about(29) – MaMa
MENS: DIGNITY (39) – MaMa
MENS: EXERCISE: physical: amel. (37) – MaMa
MENS: GRIEF: ailments from: cry, cannot(17) – MaMa
MENS: INDOLENCE: aversion to work: concomitant: exhaustion, in nervous(8) – MaMa
MENS: NOLIMENTAGERE (47) – MaMa
MENS: SENSITIVE, oversensitive: pain, to (188) – MaMa
MENS: STOIC (23) – MaMa
SOMNIUM: insults (7) – MaMa
VENTER: ABDOMINAL PAIN: spasmodic pains(468) – MaMa
VENTER: ABDOMINAL PAIN: spasmodic pains: cramping, griping (462) – MaMa
GENERALIA: FOOD and drinks: dairy products: cheese: desires(58) – MaMa
MORBI: Dyslipidemia / Diverticulitis / Fever, recurrent / Pancreatitis / Pyorrhea / Dizziness -MaMa
TERAPIA E FOLLOW UP
Suggerisco pertanto ECHINACEA Q1 che Matilde assume per circa due settimane prima di rispondere con una diarrea scura, accompagnata da crampi addominali che migliorano nettamente con l’emissione di aria. Prima di riuscire a sentirci aveva già interrotto l’assunzione del rimedio e accetta di buon grado il consiglio di attendere qualche giorno per valutare insieme la situazione. Si dice meravigliata di una sintomatologia non accompagnata dalla solita febbre.
In seguito i dolori addominali restano silenti per quasi 5 settimane prima di ripresentarsi con la solite caratteristiche. Decidiamo di proseguire con assunzioni a giorni alterni e i sintomi gastro-enterici migliorano progressivamente per altri due mesi circa prima di ripresentarsi in tono minore.
Passiamo alla Q2 quotidianamente con un progressivo e ulteriore miglioramento dello stato generale. Matilde sembra molto soddisfatta di una “Ritrovata lucidità mentale. Ho scritto diversi articoli nelle scorse settimane ma ho preferito non strafare come mio solito”.
Non mi riesce facile farle comprendere che necessito di fare il punto insieme con i tempi dovuti. Matilde sembra volersi accontentare di sparute comunicazioni telefoniche alle quali, dopo più di 7 mesi, rispondo sempre più sinteticamente. Fino quasi a costringerla a farsi rivedere.
La trovo aumentata di peso e, tutto sommato, più gradevole del nostro primo incontro.
** “Penso sia importante che ci capiamo. Facciamo quasi lo stesso lavoro … ci occupiamo sempre di persone che si ammalano e possibilmente del perchè … non crede che potrebbe fidarsi di me se le dico che sono contenta e che mi sento meglio?
Non è che non la voglio rivedere ma, come Lei, anche io sono molto occupata e fare questo viaggio non è proprio semplice.
Come le dicevo al telefono, visto che Lei non vuole usare la posta elettronica, mi sento meglio in genere: a parte il netto miglioramento dei miei sintomi gastro-intestinali … sono diventata più regolare, le feci prima erano comunque poltacee e ora sono ben formate, mi sto permettendo di mangiare cibi che prima non mi attiravano o mi disturbavano … ho ripreso a bere un po’ di vino, posso mangiare la mia adorata cipolla cruda e dolce senza pagarla per giorni di file … mangio la mozzarella … sono persino uscita per qualche aperi-cena con le mie amiche …
Fino ad ora non ho accusato alcuna febbre … mi sento più in forze e ho messo su qualche chilo.
Non Le basta? Vuole che torni a ballare il rock’n roll? Ero bravina da giovane Sa?”
Le rispondo che sono sinceramente contento, ma che ho proprio necessità di tempi canonici per cercare di valutare meglio come sta rispondendo alla terapia. E poi è un piacere incontrarla:
** “Ma dice davvero? Pensavo di esserle sinceramente e professionalmente antipatica … la mia amica mi ha detto di averla informata sui miei tentativi di dissuaderla a farsi curare omeopaticamente. Poi ho letto qualcosa … e ho parlato con alcuni miei colleghi con i quali so che Lei ha avuto degli scontri di non poco conto …
Non la considerano proprio un personaggio simpatico Sa?
Dalla faccia che fa immagino quanto poco possa interessarle …
E ha la mia completa approvazione: non si può essere simpatici a tutti … e poi essere simpatici a chi detestiamo, o peggio, non stimiamo affatto, non è un buon segno …”
La invito a dirmi qualcosa in più sull’argomento:
** “Serve a me o serve a Lei?
Immagino ad entrambi, dopo avere letto sul suo sito alcuni dei suoi casi.
Allora Le posso dire che mi piace davvero essere utile e darmi da fare per i miei amici e i miei colleghi. Sapere che chi mi stima e mi vuole bene può contare su di me è fondamentale: io lo esprimo così il mio affetto. Con i fatti.
Non sono per le smancerie …
Così aggiunge qualche altro tassello a come sono fatta? Ho capito che Lei vuole mettere insieme tanti pezzetti per fare una sua diagnosi. Pezzetti diversi dai nostri. Qualcosa che non capisco ancora bene ma devo riconoscere i fatti.
E i fatti sono che sto meglio. Indiscutibilmente.
Ma non posso accettare che Lei non si preoccupi di capire il perchè … è questo che mi innervosisce di voi omeopati.
Ma non voglio esserle antipatica. Capisco che siamo su due posizioni molto diverse … e in fondo quello che mi resta difficile è che non so come inquadrarLa.
Forse a Lei piace essere un po’ misterioso … fa parte del personaggio.
Ma sono i risultati che contano. E ognuno è fatto a modo suo …”
Dopo una pausa aggiunge:
!! “Ho capito che Le serve farsi un’idea di chi sono i suoi pazienti e magari se starò meglio chiederà anche a me di pubblicare il mio caso.
Allora qualcosa gliela posso dire … ma nemmeno un genitore arriva a conoscere a fondo suo figlio, si figuri un medico …
Sono figlia di una famiglia piuttosto semplice. I miei erano tutti e due prof di ginnastica in una scuola media. Io sono figlia unica e sono nata che loro erano già avanti con gli anni. Prima hanno avuto da fare altro e penso non fossero proprio interessati a fare i genitori.
Ho fatto di tutto per renderli orgogliosi di me … soprattutto mio padre. Ma sono nata settimina, come diceva mia nonna … e lei diceva che i settimini sono come i gatti: magari ma cadono sempre in piedi e hanno sette vite. Io ero sempre dal medico da piccola e mia nonna era l’unica a non essere disperata. Sapeva che ce l’avrei fatta … e ce l’ho fatta …
Non avrebbero voluto una professoressa universitaria ma una che seguiva il loro esempio.
NULLA DI PIU’ IMPOSSIBILE.
Sono sempre stata un esempio di figlia. Non hanno mai avuto modo di dovermi riprendere su qualcosa. Penso di non averla passata l’adolescenza … o l’ho bruciata in fretta e ci devo ancora arrivare: non l’ho ancora capito.
Ma la mia strada non poteva essere la loro e poi … ho due nonni dementi. Mia madre demente e mio padre che è morto incapace di parlare … purtroppo capivi cosa ti voleva dire ma la testa non associava più i nomi giusti al suo pensiero.
Penso che se solo avessi il sentore di finire così mi butterei giù da un ponte. E non mi ci sono buttata con tutti i mal di pancia che ho avuto. Quella non sono io.
§ Non sono io il mio intestino, non sono io il mio stomaco … quella è roba che USO IO.
E’ molto diverso. Cerchi di capirlo bene se vuole usare il mio caso.
Questo glielo lascio scrivere … da qui in poi parliamo solo se appoggia il computer …”
Sono passati 8 anni da questa consultazione. Nel frattempo ho visto Matilde circa due volte l’anno. I suoi esami sono più che accettabili, solo una leggera dislipidemia mentre le amilasi e la glicemia sono rientrate. Nel frattempo, circa 4 anni fa, siamo arrivati alla Q6 e da allora non è più stato necessario salire di potenza. I sintomi accusati non sono praticamente più ritornati. Occasionalmente Matilde accusa qualche leggero dolore addominale che rientra ripetendo il rimedio, soprattutto se esagera con le cipolle e i formaggi.
Pochi mesi fa ha conosciuto una persona con cui convive da qualche settimana.
BIBLIOGRAFIA
Echinacea plants as antioxidant and antibacterial agents: From traditional medicine to biotechnological applications
Mehdi Sharifi-Rad 1 , Dima Mnayer 2 , Maria Flaviana Bezerra Morais-Braga 3 , Joara Nályda Pereira Carneiro 3 , Camila Fonseca Bezerra 3 , Henrique Douglas Melo Coutinho 3 , Bahare Salehi 4 5 , Miquel Martorell 6 , María Del Mar Contreras 7 , Azam Soltani-Nejad 8 , Yoshie Adriana Hata Uribe 9 , Zubaida Yousaf 10 , Marcello Iriti 11 , Javad Sharifi-Rad 12 13
Affiliations expand PMID: 29749084 DOI: 10.1002/ptr.6101
- Echinacea species (Echinacea angustifolia (DC.) Hell., Echinacea pallida (Nutt.) Nutt.,Echinacea purpurea (L.) Moench): a review of their chemistry, pharmacology and clinical properties
Joanne Barnes 1 , Linda A Anderson, Simon Gibbons, J David Phillipson
Affiliations expand PMID: 16102249 DOI: 10.1211/0022357056127
- Echinacea reduces antibiotic usage in children through respiratory tract infection prevention: a randomized, blinded, controlled clinical trial
Mercedes Ogal 1 , Sebastian L Johnston 2 , Peter Klein 3 , Roland Schoop 4
Affiliations expand PMID: 33832544 PMCID: PMC8028575 DOI: 10.1186/s40001-021-00499-6
Echinacea Angustifolia DC Extract Induces Apoptosis and Cell Cycle Arrest and Synergizes with Paclitaxel in the MDA-MB-231 and MCF-7 Human Breast Cancer Cell Lines
Daniel Abraham Espinosa-Paredes 1 , Jorge Cornejo-Garrido 2 , Mario Adán Moreno-Eutimio 3 , Oswaldo Pablo Martínez-Rodríguez 4 , María Eugenia Jaramillo-Flores 4 , Cynthia Ordaz-Pichardo 1
Affiliations expand PMID: 32959676 DOI: 10.1080/01635581.2020.1817956
- Preliminary data on antibacterial activity of Echinacea purpurea-associated bacterial communities against Burkholderia cepacia complex strains, opportunistic pathogens of Cystic Fibrosis patients
Carolina Chiellini 1 , Isabel Maida 2 , Valentina Maggini 3 , Emanuele Bosi 4 , Stefano Mocali 5 , Giovanni Emiliani 6 , Elena Perrin 7 , Fabio Firenzuoli 8 , Alessio Mengoni 9 , Renato Fani 10
Affiliations expand PMID: 28164789 DOI: 10.1016/j.micres.2016.12.001
LEGENDA
Gli asterischi “*” indicano quanto intensamente è stato riportato dalla paziente.
Quando preceduti dal simbolo “§” c’è stato un mio intervento o una domanda che non considero significativa da riportare.
La sottolineatura indica una parte di testo specifica per Echinacea.
Il grassetto indica una parte di testo caratterista dei rimedi simili ad Arnica che conosco, quelli che, a mio avviso, si prestano a dubbi di diagnosi differenziale.
Il MAIUSCOLO si riferisce a una particolare enfasi, sottolineatura, aumento del tono di voce, cambiamenti evidenti dello stato emotivo del paziente nel pronunciaare quelle parole.
I sintomi riportati in lessico repertoriale sono stati estrapolati dalla prima versione del repertorio Suggesta.