La difficile vita dell’omeopatia. Ovvero la giornata mondiale dell’omeopatia in Albania
Noi che l’Omeopatia, bene o male, ce l’abbiamo legittimata nel nostro Paese, non siamo abituati all’idea che in altri luoghi, anche non troppo lontani, essa non sia autorizzata, legittimata. Insomma, non c’è: non ci sono i medicinali, non ci sono gli Omeopati, ci sono solo alcuni pazienti.
Sul sito della Liga ho trovato, in uno schema molto immediato, la lista dei 70 Paesi che vi aderiscono e ho voluto censire quelli che sono considerati i Paesi dei Balcani: manca tutto il bacino di lingua albanese, cioè Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Kossovo e Albania.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Omeopatia 2024, dietro suggerimento di un amico medico (non Omeopata) ho voluto tentare di presentare la nostra Medicina in uno di questi Paesi orfani: l’Albania, nucleo del territorio illirico.
Col dovuto anticipo, ho pensato di pianificare un evento locale, nella città di Durazzo (la seconda città dell’Albania) non solo per far conoscere l’argomento alla popolazione, ma anche per promuovere una raccolta di firme da presentare al Ministero come petizione per far entrare l’Omeopatia nel Paese.
Un’amica farmacista in città mi promette con entusiasmo di accompagnarmi dalla Presidente dell’analoga AIFA locale che lei conosce personalmente, mentre un amico che cerca di mettermi in contatto con una dipendente amministrativa del Ministero della Salute, si sente rispondere che sono tutte fandonie, come dicono alla televisione italiana.
Il 16 aprile si è tenuta questa presentazione nel teatro cittadino, rivolta al pubblico e ai professionisti della salute, consistente in una relazione bilingue a video, conoscitiva dei fondamenti dell’Omeopatia, della sua diffusione nel mondo, e delle sue potenzialità anche in agricoltura e nei casi veterinari così straordinariamente dimostrativi. Per essere più penetrante nel tessuto sociale locale, nella serata erano previste le due sigle iniziale e finale con balletti tradizionali albanesi delle piccole allieve di una scuola di ballo nota in tutti i Balcani, e una sfilata di abiti tradizionali e da cerimonia di eccellente sartoria artigianale, a metà della conferenza.
Era stata pubblicizzata tramite volantini cartacei in negozi, studi medici, farmacie e attività, divulgazione sui soliti canali social, passaparola tra la gente, ma una pioggia più importante del nostro evento ha ridotto la platea a una sola quarantina di presenze.
Messi a conoscenza dell’evento anche i vertici della Liga Medicorum Homeopathica Internationalis, avevo ricevuto lo spontaneo saluto augurale del Segretario Generale, Dr. Bernhard Zauner, in forma di videoclip trasmesso all’inizio della serata. Mi sono presentata infatti esibendo le insegne della Liga e della FIAMO.
È disponibile un breve video con stralci dell’evento al link
Nel 2022 avevo conosciuto a Tirana del tutto accidentalmente, anzi direi fatalmente, una coppia di Omeopati con cui avevo potuto scambiare una chiacchierata informativa e conoscitiva della situazione locale. Entrambi questi coniugi si sono formati in Omeopatia in Canada, parlano quindi l’inglese ma anche l’italiano, e hanno un certo bacino di utenza lì nella capitale. Mi raccontano che i pazienti si fanno arrivare o portare da amici che vanno all’estero i medicinali prescritti e così va avanti la loro attività.
Nel frattempo, durante i preparativi dell’evento, ho conosciuto anche una seconda Omeopata di origini greche, un suo collega naturopata, entrambi stanziati nella capitale, e infine una Pediatra di Durazzo che sta studiando Antroposofia nella sede centrale italiana di Roncegno (TN) con una passione e una determinazione che non so se verranno mai ripagate, se non a livello animico ed esistenziale (un Medico specialista ben pagato prende al massimo 800 euro di stipendio, mentre per i liberi professionisti forse è ancora più dura).
Quest’ultima amabile dottoressa, presente all’evento in teatro, si è resa disponibile per un ulteriore passo tramite gli Ordini professionali e con l’accreditamento (analogo degli ECM) di iniziative simili in ambito non-convenzionale. Lei stessa sta organizzando per il 18 maggio un evento divulgativo sulla Medicina antroposofica, presso l’unico asilo di metodo Waldorf di tutta la città.
Un altro passo mi viene proposto con entusiasmo dalla Omeopata greca che vuole organizzare a Tirana un evento divulgativo a quel bacino di utenza che sembra esserci, almeno nella capitale.
Tutto questo solo per dire che dell’Omeopatia si stanno accorgendo anche in questi luoghi dove di fatto non esiste e, se se ne sente parlare, è in termini spesso negativi. La chiamano comunque Medicina alternativa, sanno almeno di cosa stiamo trattando: loro, così ancora strettamente legati a quella che chiamano Medicina Popolare, equivalente della Fitoterapia o della cosiddetta Medicina etnica.
Abbiamo gettato un seme, tentato di sfaldare l’indifferenza e l’inconsapevolezza sull’argomento Omeopatia. In un Paese con scarse opportunità economiche e dove la maggior parte della gente fatica ad arrivare a fine mese, la strada è lunga e tortuosa, come sulle stupende Alpi albanesi, ma non intraprenderla affatto sarebbe, almeno per coloro che lì ci contano, una mancanza imperdonabile.
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