II Congresso internazionale IRSMO
Roma, 10 -12 novembre 2023
Livio Marcellini
Medico chiurgo – Omeopata Civitella del Tronto (TE)
Con enorme soddisfazione ho raccolto l’invito del Direttore Gustavo per una recensione sul congresso della scuola IRMSO, che si è tenuto nei giorni 10/11/12 Novembre 2023 presso l’Aula Magna della Facoltà Valdese in Roma e che ha visto la partecipazione di tanti colleghi e di tutti i docenti della nostra prestigiosa scuola.
Dopo il periodo “oscuro” dominato dal Covid erano palpabili la voglia, l’entusiasmo e la necessità di incontrarsi nuovamente di persona, senza l’interposizione del freddo schermo del computer.
Esperienza utile, di crescita professionale, che ha permesso il confronto e la discussione su varie tematiche legate alla nostra medicina. Certamente si è parlato di OMEOPATIA, quella vera, quella Hahnemanniana, l’Omeopatia che, a dispetto dei tempi sfavorevoli, degli oppositori e dei “revisionisti” ancora resta saldamente ancorata alla cultura scientifica, all’esperienza e al rigore metodologico dei grandi maestri del passato. La recisione delle aggiunte superflue, la separazione del metallo puro dalle scorie con inflessibile severità. (Clemens Maria Franz von Boenninghausen)
Renzo Galassi, Presidente onorario della LMHI, ha ufficialmente dato inizio ai lavori del congresso, che ha visto l’avvicendarsi di colleghi e docenti, relazionaresu casi clinici, metodologia, sperimentazioni in ambito omeopatico. Tre sono state le lezioni Magistrali: Pietro Federico, Direttore della Scuola, ha ribadito i concetti fondamentali della metodologia di Hahnemann e Ortega, (fondatore di HOMEOPATIA DE MEXICO) che ha rappresentato un ruolo determinante nella formazione culturale, unitamente al Prof Negro, dei docenti dell’IRMSO. Renzo Galassi, ha presentato il caso di una paziente affetta da tempo da una fistola rettale, risolto omeopaticamente, evitando così l’intervento del “cerusico” e dimostrando, oltremodo, come il ricorso alla metodologia Hahnemanniana correttamente applicata permetta di trattare e risolvere anche casi di difficile soluzione. Pietro Gulia,Vicedirettore della Scuola, ha relazionato su tre casi di polmonite trattati senza la necessità di ricorrere all’uso di antibiotico terapia.
Poi i vari relatori. Mauro Alviani ci ha ricordato l’esattezza delle scelte delle scale di diluizione delle potenze omeopatiche; mentre Giandomenico Lusi ha presentato due casi di patologie dermatologiche. A proposito del Dottor Lusi, mi trovo perfettamente d’accordo con la proposta che ha lanciato, dopo il suo ottimo intervento, di incrementare la frequenza di riunioni simili che, oltre ad alimentare la nostra curiosità professionale, ci permetterebbero concretamente di evolvere nella nostra capacità terapeutica.
Interessante l’intervento della dottoressa Mattioli che ci ha parlato di una tematica purtroppo sempre più presente nella nostra società: il sostegno terapeutico ai malati terminali.
Gustavo Dominici, direttore della nostra rivista Il Medico Omeopata, ha presentato un caso clinico di epatite autoimmune risolto grazie alla sperimentazione del rimedio Colibacillinum, dimostrando come la sperimentazione hahnemaniana possa essere di concreto aiuto nella nostra pratica, in particolar modo nei casi oligosintomatici. E’ stato molto gradito il saluto della Dottoressa Altunay Agaouglu, atuale Presidente della LMHI. Sebastiano Di Salvo ha trattato il tema delle posologie omeopatiche nelle varie edizioni dell’Organon sino all’ultima, la sesta, pubblicata nel 1921(5 anni dopo la morte di Kent, che non ebbe, quindi, la possibilità di conoscere le potenze cinquantamillesimali ed apprezzarne le potenzialità terapeutiche). Un caso di emicrania ha condotto al microfono il nostro valido omeopata ed amico Paolo Pifferi, toscano verace, e vice presidente della LMHI per l’Italia.
Nella giornata di Sabato 11 novembre c’è stato il collegamento con Homeopatia de Mexico. Si sono avvicendati Renè Torres, Rosario Sanchez, Andrea Sanchez (attuale direttore di The Homoeopathic Phisician), presentando casi clinici ed un lavoro sulla nitidezza sintomatica, tema tanto caro al Maestro Ortega.
Tanti altri colleghi hanno avuto modo di presentare lavori e casi interessanti: dal trauma psicologico, al disturbo comportamentale, dall’uso di Arnica montana nel post partum al caso di cervico-brachialgia. Il Dottor Luigi Caliendo,ci ha incuriositi discutendo il trattamento di patologie neurodegenerative: egli, anatomo patologo, traghettato dall’esperienza di mortui vivos docent a quella della medicina della forza vitale.
Ed ancora si è parlato di Morbo di Basedow, fibromialgia (caso del collega veterinario), stenosi aortica, di interazioni farmacologiche. Non poteva mancare il Dottor Pierluigi Clauser, veterinario rigorosamente hahnemanniano, con un caso clinico curato secondo le regole di Hahnemann. Fra i tanti temi affrontati nei tre giorni di congresso desidero ricordare, con un certo orgoglio, quello presentato dalla Dottoressa Camilla Galassi sulla vita e le opere di Rocco Rubini, omeopata teramano (1800-1888, coetaneo di Hering), mio conterraneo, famoso oltre che per le sue qualità professionali (durante l’epidemia del colera del 1854 il suo intervento ridusse drasticamente la mortalità rispetto ai trattamenti della vecchia scuola) per averci lascito in eredità la sperimentazione di Cactus grandiflorus e per l’uso della Canfora, utilizzata come alcol canforato nel primo stadio del colera, secondo le indicazioni del Maestro di Meissen.
In sintesi questo secondo congresso IRMSO si è rivelato un’esperienza estre- mamente coinvolgente e costruttiva, ha contribuito a rinvigorire la nostra forza vitale e la motivazione a continua- re nello studio e nell’applicazione della nostra medicina. Un ringraziamento particolare al Direttore della scuola IR- MSO dottor Pietro Federico ed a tutti i docenti che con costanza, dedizione e professionalità contribuiscono costantemente alla formazione degli allievi nell’apprendimento dell’unica, vera Omeopatia, quella lasciataci in eredità da Hahnemann e dai suoi seguaci.
“Se la nostra scuola dovesse abbandonare il rigore scientifico di Hahnemann, saremmo perduti, e meriteremmo di essere ricordati come una caricatura della medicina”
(C. Hering)