La cura dei bambini

La cura dei bambini

Nell’impero del farmaco

Il paradosso alfine è che prendersi cura dei bambini per prima cosa implica difenderli dall’aggressione farmacologica, scampata la quale possiamo occuparci di affrontare la malattia vera e propria e farli diventare individui forti, sani ed equilibrati. Siamo soli in questo, ci carichiamo di responsabilità importanti che necessitano di comunicazione, buon senso clinico e dell’alleanza con genitori intelligenti e consapevoli. Senza queste condizioni meglio rinunciare.

Gustavo Dominici

Medico Chirurgo – Omeopata   ROMA

Direttore de Il Medico Omeopata

gustavo.dominici@omeopatia-roma.it
www.omeopatia-roma.it

Buongiorno Dottore, vorrei portarle la mia bambina. Lei cura anche i bambini vero?!

D’accordo signora, ma sappia che non sono pediatra. Dovrà comunque mantenere il rapporto con il medico curante della bambina.

Guardi dottore, io il pediatra non lo chiamo nemmeno più, tanto so già cosa mi risponderà. A vederla non viene mai, i farmaci sono sempre gli stessi: antipiretici; aerosol col broncodilatatore, cortisonico e fluidificante; poi l’antibiotico, se non guarisce il cortisonico per bocca; per l’allergia l’antistaminico per 6 mesi l’anno. (Nota: la signora X in realtà elenca i nomi commerciali dei farmaci, ripetendoli come una sconsolata filastrocca). Poi conclude: Così sono capace anche io a fare il pediatra! 

Questa scenetta, riferita proprio come ascoltata numerose volte, non vuole essere una recriminatoria contro qualcuno, quanto una cruda presa di coscienza verso un sistema, un approccio, una modalità di affrontare la cura delle persone. In questo caso i bambini.

Quando è accaduto che le cose sono cambiate? Che il modo di viverle e valutarle è diventato diametralmente opposto al precedente? Che al minimo accenno di rialzo termico, che tempo prima si sarebbe lasciato passare tenendo il bambino semplicemente sotto osservazione, si è iniziato ad intervenire, fino a che quelle poche linee di temperatura non sono scomparse, costi quel che costi. Che dopo due giorni di febbre i parenti da tutto il mondo iniziano a bombardare di telefonate, assediando i genitori con profezie terribili e casistiche devastanti. Quando è accaduto che devi dare subito gli antibiotici! anche se sono stati assunti poco tempo fa. Che non si trova più un bambino che non abbia assunto cortisonici più volte (e non per shock anafilattico). Quando è accaduto che c’è lo Streptococco in classe, lo ha detto la maestra, sarebbe meglio dare gli antibiotici a tutti, anche se il mio li ha già presi per 10 giorni poco fa che era positivo al test. O che: io preferisco non mandarlo a scuola. Che i vaccini è meglio farli prima possibile, 6 (fra cui l’epatite B, sic!), anzi 10 per stare più tranquilli, che tanto sono innocui. Anzi, meglio farne alcuni il 7° mese di gravidanza, prima ancora di nascere. 

E qualche esperto assicura che questa è la Scienza. Silvio Garattini, noto farmacologo, anti-omeopata, ultra novantenne in salute, ha recentemente affermato che i suoi segreti sono: non assumere farmaci e mangiare poco. Tanti anni fa disse che servivano 800 farmaci e ce ne erano 16.000; immagino che ora i numeri siano ben diversi e che ogni casa produttrice faccia del tutto per vendere il suo prodotto, sempre e comunque. Questa, quindi, è la Scienza? Sono le nuove scoperte scientifiche che fanno dire alla signora di cui sopra: Non chiamo più il Pediatra che tanto so già cosa mi dirà? Chissà se tante gravi malattie, che automaticamente archiviamo come conseguenza di eventi casuali e sfortunati o di qualche predisposizione genetica, non siano invece la risultante, evidente ai vedenti, di tante azioni sconsiderate e spicciative, di tante prescrizioni pericolose e facili. I residui di pensiero logico porterebbero a questa conclusione. Chi sa se un giorno i sacerdoti di questa cosiddetta Scienza capiranno – o ammetteranno – che la soppressione di un sintomo non è curare, né tantomeno guarire, ma favorire malattie più gravi?

Il paradosso alfine è che prendersi cura dei bambini per prima cosa implica difenderli dall’aggressione farmacologica, scampata la quale possiamo occuparci di affrontare la malattia vera e propria e farli diventare individui forti, sani ed equilibrati. Siamo soli in questo, ci carichiamo di responsabilità importanti che necessitano di comunicazione, buon senso clinico e dell’alleanza con genitori intelligenti e consapevoli. Senza queste condizioni meglio rinunciare. 

Buona estate, Omeopati!

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