LMHI in Siviglia
Il 77° Congresso della Liga Omeopatica (LHMI), tenutosi a Siviglia nella bellissima e avveniristica struttura di Bercelò Renacimiento (stile Guggheneim di New York), dal 1 al 5 ottobre 2024, ha visto un prologo organizzativo con le riunioni dei comitati esecutivo e internazionale.Vi hanno partecipato anche Renzo Galassi, già Presidente mondiale della Liga e Paolo Pifferi vicepresidente nazionale della LHMI per l’Italia.
Sergio Segantini
Medico Chirurgo – Omeopata FIRENZE
s.segantini@libero.it
Nella giornata inaugurale del 2 ottobre, il Presidente mondiale della LHMI, Dott.ssa Altunay Agaoglu, ha aperto il congresso e ha presentato il Dott. Raj Manchanda segretario della Liga. Il Dott Manchanda, rappresentante della area legale, ha parlato di concerto con il Dott. José Sales, coordinatore del congresso, degli aspetti istituzionali e del posizionamento attuale dell’omeopatia nel mondo. Hanno illustrato come l’omeopatia possa inserirsi sempre di più dignitosamente nei SSN della nazioni e nei sistemi assicurativi e come la medicina integrativa possa rappresentare un valore aggiunto fondamentale per la cura della persona.
Nel secondo intervento istituzionale, il Dott. Sungchol Kim, esponente dell’OMS, ha esposto le strategie delle Medicine Tradizionali, nei prossimi anni, dal 2025 al 2034. L’idea e il proponimento principale per questo decennio è che le Medicine Tradizionali debbano produrre degli Standard. Ha proposto come valore da perseguire (da parte dell’OMS) che la medicina debba diventare sempre più “una medicina della persona” e non solo della malattia.
In questo modo viene sostenuto e incoraggiato l’approccio “olistico” dell’OMS.
Possiamo osservare quanto la terminologia possa modificarsi in sedi come quella dell’OMS che adotta il termine generico di Medicina Tradizionale e meglio specificato di Traditional, Complementary and Integrative Medicine (TCIM). In Europa il termine è un po’ differente, TCIH dove si sostituisce il termine medicine con “Healthcare”, una volta abbandonato il vecchio acronimo di CAM (Complementary and Alternative Medicine).
Il Congresso vero e proprio inizia il 3 ottobre. Contemporaneamente, in più sale, le varie relazioni si susseguono a partire dalle 8 del mattino. Il clima è ottimo, sia quello conviviale che quello culturale. Non è proprio facile districarsi e scegliere le varie discipline e le relative relazioni a seconda degli interessi. Le sale sono 5 (la Sala congresso, la Sala M. Tyler, poi Sala Hering, Boenninghausen e Sala Hahnemann). Tutte molto ampie e accessibili, tranne la sala Hahnemann, la più decentrata, la più piccola, ma spesso la più affollata e congestionata.
Gli iscritti sono più di mille. A parte gli spagnoli che giocano in casa, la prevalenza è indiana, a seguire, brasiliani, europei, messicani, ma possiamo trovare medici e veterinari quasi da ogni parte del mondo (Nepal, Cina, Russia, Romania, Cuba, Cile, Pakistan, Sudafrica, Colombia ecc).
Per numero di relazioni si vede primeggiare l’India con 60 circa, seguono Spagna e Brasile con 20, e poi Messico, Argentina, Italia, Svizzera, Germania e Francia (tra 5 e 8).
L’oncologia è l’area più visitata dal pubblico del primo giorno. Farokh Master, Spinedi, Pareek, sono i più seguiti e apprezzati. Mentre Farokh Master presenta una serie di rimedi omeopatici usati come palliativi in oncologia, Dario Spinedi amplia il discorso su una base più sistematica e parla di come integrare i rimedi nei pazienti trattati con radio e chemio.
In contemporanea si tiene la sessione in cui si parla della COVID, sia del trattamento preventivo, che delle conseguenze (Post Covid, Long Covid). I relatori di vari paesi sia europei, che asiatici o sudamericani, concordano nel ritenere efficace l’azione dei rimedi omeopatici durante e dopo la pandemia (Lindemann dalla Germania, Dangol dal Nepal, Huang Wei Ling dalla Cina, Teixeira dal Brasile ecc).
Un altro tema trattato è la storia dell’omeopatia: lo spagnolo Mestre, la russa Ksomodemyansky, (parla dello Zar Nicola e di Korsakoff di Cherson, ora in Ucraina) e il brasiliano Feighelstein.
Un’altra sessione molto seguita ha riguardato l’omeopatia e le psicoterapie. Si è parlato dei traumi, delle afflizioni e depressioni, dei conflitti e degli stati ansiosi con i relativi casi.
Si dà anche voce ai pazienti, alle loro testimonianze e alle organizzazioni che li ospitano. Nella tavola rotonda che segue si illustra la storia dell’associazionismo dell’utenza omeopatica (coordina Ines Iturbe) e poi si parla anche di omeopatia e ambiente (Niurka Meneses, Alejandro Montero).
Anche molta clinica nel primo giorno a partire dall’autismo (I brasiliani Pacheco, Mendes Rabello, gli indiani Parikh e Chaukkar). I casi clinici sono numerosi e vanno dalle patologie vascolari, neurologiche alle cefalee e terapia del dolore ecc. La clinica ha toccato spazi specialistici in odontoiatria, pediatria, ginecologia e dermatologia (Manchanda presenta un libro: dermatologia per omeopati). L’austriaco Prof. Frass, ha parlato di PFAPA. Molto atteso per via degli esiti della causa subita e poi vinta che riabilita la sua ricerca fatta sul glioblastoma ed efficacia della medicina omeopatica (vedi relazione di Rachel Roberts membro dell’HRI). Alessandra Panozzo ha presentato un caso oncologico trattato con radioterapia e inquadrato nel contesto del percorso oncologico della Regione Toscana. Numerosi interventi si sono succeduti con esponenti di prestigio dell’omeopatia mondiale come Campora (determinazione del simillimum nei casi gravi), Scholten (caso di sclerosi multipla), Vithoulkas che suggerisce cosa è meglio fare per migliorare la medicina omeopatica a partire dalla formazione. L’olandese Jansen propone un programma formativo di medicina integrativa per gli studenti di medicina, Minotti ha parlato degli errori e delle correzioni del repertorio, Eizayaga di epidemiologia a statistica “bayesiana”. Carlo Rezzani ha illustrato le novità informatiche a proposito della anamnesi. Gli obiettivi di questi nuovi inserimenti permettono una facilitazione dell’anamnesi, della presa e della analisi del caso clinico. Non sono mancate le trattazioni come quella del nostro Elio Rossi che ha illustrato l’esperienza toscana nella integrazione nel SSR, in particolare il PDTA oncologico che coinvolge i numerosi ambulatori toscani dove vengono praticate le medicine complementari omeopatia compresa.
Jose Schmidt è uno storico che allarga il discorso affermando la necessità di cambiare il concetto di medicina dominante, da una medicina scientista a una umanista. Cataldi ha trasposto questo approccio filosofico tra scienza e contemporaneità della sanità.
Gli aspetti gestionali e regolatori hanno riguardato la deontologia, l’etica, le legislazioni nei vari paesi, come il belga Scheepers e il cubano Ramirez hanno descritto. Per finire la tavola rotonda con relativo dibattito ha riguardato la “salute pubblica” nei paesi con maggiori riconoscimenti istituzionali, come India, Brasile, Francia e Messico. La discussione, molto articolata, ha riguardato anche la deontologia e le normative internazionali. Sì è parlato del codice etico della LHMI e del mantenimento del paradigma omeopatico classico. Tra gli altri hanno partecipato Eliseo Collazo, l’avvocato spagnolo Juan Gillard e l’omeopata argentino Salinas.
Il secondo giorno è stato altrettanto intenso ed è stato diviso a seconda dei temi. I più frequentati sono stati:
1. AGROMEOPATIA,
2. RICERCA
3. VETERINARIA,
4. FARMACIA
AGROMEOPATIA
L’agromeopatia è diffusa maggiormente in Sudamerica e la rappresentante più accreditata è la Dott. Niurka Meneses, svizzera di origine cubana, che ha diretto un workshop molto interessante. Ha presentato il suo nuovo libro: Agrohomeopatia: Una alternativa para la Agricultura ecologica. Altra esponente di rilievo, la spagnola Nuria Cuch, ha portato delle esperienze agronomiche interessanti sull’uso dei rimedi omeopatici in agricoltura. Non c’era nessun italiano anche se da noi l’agromeopatia sta riscuotendo sempre maggior interesse.
RICERCA
Ashley Ross ha raccontato l’avvicendarsi delle patogenesie omeopatiche condotte tra LIGA ed ECH, dando indicazioni sugli sviluppi metodologici che i provings omeopatici possano prendere in futuro. La relazione più importante è stata quella del belga Michel Van Wasshenoven che ha illustrato le evidenze sperimentali dei farmaci omeopatici. Lo svizzero Alexander Tournier, direttore dell’HRI, ha fatto un excursus sull’evoluzione delle teorie dei meccanismi d’azione dei farmaci omeopatici. Andrea Signorini, coadiuvato da Carlo Rezzani e Francesco Marino, ha parlato dell’azione secondaria dei rimedi vista secondo meccanismi cellulari regolati da recettori. E’ stato poi presentato dallo spagnolo Antonio Marques Arpa un libro sulla ricerca scientifica: Homeopathia, Medicina e Ciencia
VETERINARIA
La pagina della veterinaria è stata ricca, anche se molti partecipanti hanno lamentato il livello non ottimale di alcune relazioni. Le più interessanti sono state le brasiliane, che hanno riguardato patologie dei felini (infezioni, leucemie, disturbi nervosi ecc). L’italiano Ceresini ha parlato degli animali da reddito, comparando, in una ricerca longitudinale, un gruppo di bovini trattati con rimedi omeopatici e un gruppo diversamente trattato. Un altro italiano ha
parlato di bovini e delle produzione del parmigiano reggiano, il veterinario Massimo Bertani ha raccontato con passione le sue esperienze nelle stalle con l’omeopatia. Altri lavori su allevamenti di suini, galline ovaiole, ecc hanno evidenziato che l’omeopatia non è solo un’alternativa ai farmaci convenzionali. Un ultimo argomento, molto sentito dai veterinari, è l’antibiotico resistenza che con il trattamento omeopatico viene evitata producendo benefici sia negli allevamenti che nei consumatori.
FARMACIA
Viene ribadito quanto sia importante la preparazione del farmaco omeopatico dalle sostanze di origine rispettando passaggi descritti nelle varie farmacopee. Il tedesco Schmidt espone proprio le differenze che si osservano nelle varie farmacopee esistenti. Il belga Hendricks descrive le interazioni dei preparati korsakoviani tra adesività dei supporti e le soluzioni acquose. Un argomento molto discusso è l’ormesi. Molti sostengono che l’omeopatia sia basata sull’ormesi invece che sulla similitudine e sui provings. Karl Robinson afferma che vivremo in un mondo ormetico (non ermetico). Probabilmente il conflitto di interesse non appartiene solo al mondo convenzionale. Marcelo Candegabe, molto atteso, ha descritto i meccanismi di azione del farmaco omeopatico basati sulla fisica quantistica. Altri interventi riguardano la farmacia vera e propria e il ruolo del farmacista. La sessione viene chiusa con una tavola rotonda.
I lavori del 77° congresso si sono conclusi nella mattinata di Sabato 5 ottobre. Si sono avvicendati lavori, relazioni, tavole rotonde. I temi più trattati della mattinata sono stati la metodologia, la filosofia omeopatica, il processo di integrazione e l’uso delle potenze omeopatiche. Segnaliamo il bel lavoro storico-filosofico del messicano Fernando Vello, che ha collegato la filosofia e i concetti Kantiani (non Kentiani) e la “Medicina dell’esperienza”, il più importante scritto minore di Hahnemann. Massimo Mangialavori ha illustrato, dall’alto della sua rilevante esperienza, le prospettive che il Repertorio omeopatico può fornire all’omeopata contemporaneo. Phillip Servais di Lione ha poi presentato il suo nuovo libro: Histoires de vie.
L’area poster era facilmente accessibile. Circa un centinaio, sono stati divisi in aree tematiche. Le più presenti: dottrina e filosofia, la formazione, la veterinaria, la Materia Medica omeopatica e soprattutto la clinica, con numerosi casi interessanti.
Non sono mancate le occasioni conviviali. A parte l’avvicendarsi nelle sale e gli incontri tra i professionisti vari di mezzo mondo, la serata inaugurale si è conclusa con le danze tipiche sivigliane così come la cena di gala.
Il pranzo, compreso nell’iscrizione al congresso, vedeva tutto il popolo omeopatico distribuito su enormi tavole rotonde preparate con cura. Il cibo molto vario e apprezzato era self service. E’ stata una interessante occasione di incontri in quanto le combinazioni erano imprevedibili e spesso sorprendenti. Anche i coffee-break sono stati l’occasione per incontri, tutti potevano approvvigionarsi di bottigliette d’acqua rigorosamente di pura plastica.
Alla fine la ineluttabile, ma conviviale cena di gala. Non è stato come quella di Sorrento, dove Francesco Marino ha diretto le danze, ma è stato un gioioso arrivederci a Utrecht.
La chiusura del congresso ha visto la conferenza di Renè Torres, orteghiano storico, che ha parlato dell’arte della cura omeopatica. Infine la presentazione con video accattivanti dei prossimi congressi della LHMI. A Utrecht (Paesi Bassi) dal 14 al 17 maggio 2025, quindi neanche fra tanto, e poi Bangladesh nel febbraio 2026 e dopo ancora… ritorno in Mexico!!!
Gli Abstract delle relazioni congressuali sono stati inviati dal Dr. Paolo Pifferi nel Forum Fiamo, oppure richiedere a s.segantini@libero.it
Dr Antonio F. Marquez Arpa (Presidente del Congresso), Cesar Valera Arnanz, Coral Mateo Sanchez, Francisco de Asis Moya Iniesta, Mari Carmen Gonzales Sindes (segretaria).
Dr. Farokh Master
Dr. Carlo Maria Rezzani