Mega esofago da persistenza congenita dell’arco aortico in un gatto

Fig. 7

Mega esofago da persistenza congenita dell’arco aortico in un gatto
Un caso clinico

Marta Rota

Medico Veterinario – Omeopata MILANO

info@omeoveterinaria.it

Gruppo CA.RE.vet F.I.A.M.O.

Il seguente caso clinico è stato presentato al XX congresso nazionale FIAMO 2024, tenutosi a Roma il 16-17 marzo 2024, riveduto per la pubblicazione dalla stessa autrice.

RIASSUNTO

Ad un gattino di 4 mesi, nel settembre 2006, viene diagnosticato megaesofago da persistenza dell’arco aortico. Data la difficoltà di alimentarsi efficacemente deve seguire una dieta apposita. Per conseguenza della delicata situazione sviluppa enterite e diarrea cronica. Viene impostata la cura omeopatica con obiettivo sintomatico (porre rimedio all’enterite secondaria), come unica terapia. Il trattamento elettivo del megaesofago da persistenza congenita dell’arco aortico prevede la legatura chirurgica dei vasi aberranti, intervento invasivo che molto raramente viene accettato dai proprietari, e che non è stato eseguito nemmeno in questo caso. In letteratura viene riportato che la maggior parte degli animali cui viene diagnosticata questa patologia viene poi sottoposta ad eutanasia per la complicata gestione che ne deriva, le patologie secondarie frequenti (come polmoniti ab ingestis) e la scarsa possibilità di una vita soddisfacente(1).  Con la terapia omeopatica effettuata a scopo palliativo, si ottiene invece la completa risoluzione del caso.


PAROLE CHIAVE

case report, megaesofago, omeopatia, medicina veterinaria, gatto, Phosphorus flavus


SUMMARY

In September 2006, a 4-month-old kitten was diagnosed with megaesophagus due to persistence of the aortic arch. Given the difficulty of eating effectively, he must follow a specific diet. As a result of the delicate situation he developed enteritis and chronic diarrhea. Homeopathic treatment with a symptomatic objective (remedying secondary enteritis) is established as the only therapy. The elective treatment of megaesophagus due to congenital persistence of the aortic arch involves the surgical ligation of the aberrant vessels, an invasive operation that is very rarely accepted by the owners, and which was not performed even in this case. It is reported in the literature that the majority of animals diagnosed with this pathology are then subjected to euthanasia due to the resulting complicated management, the frequent secondary pathologies (such as aspiration pneumonia) and the limited possibility of a satisfying life (1).  With homeopathic therapy carried out for palliative purposes, complete resolution of the case is achieved.


KEYWORD

case report, megaesophagus, homeopathy, veterinary medicine, cat, Phosphorus flavus


 

INTRODUZIONE

L’importanza di questo case report risiede nel trattamento omeopatico di una patologia rara nei felini, la cui cura classica è solo chirurgica, ma nella maggior parte dei casi l’animale viene portato ad eutanasia per la gravità della situazione senza nemmeno approcciare interventi.(1,2) Oltretutto il tipo di patologia in questo caso ha una componente anatomica e congenita, cose normalmente considerate poco responsive anche all’omeopatia.(3,4)

MEGAESOFAGO DA PERSISTENZA ARCO AORTICO:

“Il termine megaesofago indica una dilatazione diffusa dell’esofago o scomparsa della sua funzione motoria. Può essere congenito (con segni che compaiono prima o poco dopo lo svezzamento) o acquisito (secondario ad una condizione primaria sottostante) o come affezione idiopatica in età adulta. Nei felini è raro. Una elevata percentuale di soggetti colpiti viene soppressa per via eutanasica in seguito alla progressione dei segni clinici ed al ripetersi di episodi di polmonite ab ingestis.

L’eziologia del megaesofago da persistenza dell’arco aortico rientra nella classificazione per cause ostruttive: Neoplasie, granulomi, anomalie dell’anello vascolare, stenosi, corpi estranei.

Le anomalie ostruttive dell’anello vascolare sono le cause più comuni di megaesofago ostruttivo segmentale nei CANI giovani.

Sia nel cane che nel gatto, la persistenza dell’arco aortico destro è la più comune anomalia dell’anello vascolare.

Di conseguenza la trachea e l’esofago risultano circondati da base del cuore ventralmente, arco aortico a destra, parte dorsale dell’aorta dorsalmente e legamento arterioso e arteria polmonare a sinistra.

I segni clinici associati, solitamente diventano evidenti al momento dello svezzamento con assunzione di cibo solido. Nel 90% dei soggetti risultano evidenti a partire dai 6 mesi di età.

Il segno clinico più comunemente associato al megaesofago è il rigurgito (eliminazione passiva di cibo indigerito dall’esofago, in assenza di fase prodromica). Possono essere associate manifestazioni respiratorie conseguenti a polmonite ab ingestis. Ed è possibile osservare uno stato cachettico dovuto alla scarsa introduzione di alimenti.

La diagnosi viene confermata attraverso l’esame contrastografico con pasto baritato, che permette di evidenziare la dilatazione dell’esofago cranialmente alla base del cuore.

Il trattamentodi elezione è rappresentato dalla legatura chirurgica precoce dei vasi aberranti oppure del ligamentum arterioso, allo scopo di risolvere la stenosi esofagea.

Benché ciò consenta di correggere il difetto primario, in molti animali perdurano le anomalie della motilità esofagea ed in alcuni persistono i segni clinici.” (1)

In uno studio retrospettivo su 20 gatti con anomalie dell’anello vascolare, dopo la chirurgia correttiva si è osservata la persistenza dei sintomi clinici nel 69% dei casi e del megaesofago nel 31% dei casi.(5)

Il trattamento del megaesofago non risolto prevede la somministrazione di piccole quantità di alimento (liquido o semiliquido), tenendo l’animale in posizione eretta.(1)

Per l’esposizione di questo case report si sono seguite le linee guida proposte dal gruppo CA.RE.vet. (6)

 

MATERIALI E METODI

QUADRO CLINICO

Il 20-09-2006 viene portato a visita un gattino maschio, comune europeo, rosso tigrato e bianco, di 4 mesi, con sintomi di malnutrizione, crescita lenta, fin dallo svezzamento, quando passato al cibo solido. “Si osserva una normale capacità di ingestione di alimenti liquidi e semisolidi (patè, omogeneizzati) ma una assoluta incapacità di deglutire boli solidi, con rigurgito immediato e violento ed espulsione di cibo dalla bocca e dalle cavità nasali. Effettuate radiografie in bianco, non emergono alterazioni evidenti. Effettuata contrastografia con pasto baritato semisolido: si evidenzia normale velocità di transito del bolo, fino ad una restrizione del lume esofageo a livello della base del cuore. Ripetuta contrastografia con pasto baritato solido (bocconcini), nonostante la difficoltà dell’esecuzione dovuta agli immediati conati, si evidenzia blocco del bolo a livello della base del cuore. Si emette diagnosi provvisoria di patologia ostruttiva di probabile natura extramurale della porzione intratoracica dell’esofago e si richiede consulto (chirurgico). Nell’ultimo radiogramma si osserva area di opacità nella zona dei lobi caudali polmonari, compatibile con aspirazione materiale durante il rigurgito” (referto visita veterinaria).

Studio radiografico in bianco e con mezzo di contrasto da cui emerge il rallentamento del bolo per una restrizione esofagea, nel tratto precardiaco (Foto A1, A2, B1, B2, B3, B4)

Radigrafie in bianco:Fig.1 (Foto A1), Fig.2(Foto A2)

Radiografie con pasto baritato semisolido:Fig.3 (Foto B1),Fig.4 (Foto B2)

Radiografie con pasto baritato solido:Fig.5 (Foto B3),Fig.6 (Foto B4)

La diagnosi che ne consegue è di megaesofago da persistenza congenita dell’arco aortico

 

TERAPIA

La terapia elettiva chirurgica consiste in un intervento intratoracico, invasivo, costoso (purtroppo in veterinaria va considerato anche questo), da effettuare su un animale all’epoca di circa un kg di peso, senza garanzie di guarigione completa. Opzione che è stata scartata dai proprietari . Il gattino rimane quindi ricoverato a lungo in struttura in attesa di stabilizzarsi.

Viene alimentato con sola dieta liquida, semiliquida o tritata finemente (dieta commerciale, marche varie), ma in breve tempo sviluppa diarrea cronica secondaria (feci negative alla presenza di parassiti).

Viene sottoposto a visita omeopatica in data 20-10-2006, con l’obiettivo principale della palliazione dei sintomi enterici secondari. Per le repertorizzazioni omeopatiche viene usata la versione informatica del Synthesis, Radar 9.(7) Si decide di repertorizzare la sintomatologia fisica per come appare. Come tratti caratteriali viene presa in considerazione una spiccata tendenza ansiosa. (Foto R1)

 

REPERTORIZZAZIONE 1

Viene quindi somministrato ARSENICUM ALBUM 30 CH in plus, per 7 giorni, come unica terapia. Il riscontro non è soddisfacente.

Avviene un miglioramento del sintomo locale dissenteria, ma peggiora il quadro mentale.

Un gattino che era stato fino a quel momento estremamente giocoso e socievole, ben voluto da tutti per il suo carattere affettuoso, diventa schivo, timoroso di tutto, ombroso, le sue paure sfociano anche in episodi di, se pur blanda, aggressività (soffi e graffi se approcciato per toglierlo dalla sua gabbietta, quindi dalla sua comfort zone).

Essendo sintomi che non presentava prima (si esclude quindi un aggravamento omeopatico), e che possono essere sintomi propri di Arsenicum album(8,9,10) unito al fatto che c’è stato un miglioramento fisico ma un concomitante peggioramento dell’umore e dello stato mentale, viene presa in considerazione l’ipotesi di aver fatto una soppressione, se non anche un proving.

Viene quindi effettuata una revisione omeopatica del caso clinico. Si decide di non prendere i nuovi sintomi emersi, attribuendoli in toto al rimedio Arsenicum (se fossero stati l’effetto di un proving sarebbero spariti spontaneamente semplicemente sospendendo il rimedio.(11) Solo non c’era la tempistica per poter provare prima questa strada.

 

REPERTORIZZAZIONE 2 

Dalla seconda repertorizzazione (Foto R2) si prescrive il rimedio PHOSPHORUS FLAVUS 200 K in plus, come unica terapia, per altri 7 giorni.

Si assiste ad unmiglioramento immediato del quadro mentale, ultimo sintomo emerso, buona prognosi omeopatica,(3, 4) ma anche della sintomatologia gastroenterica.

FOLLOW UP

Negli anni successivi il gatto cresce bene, in salute. Presenta un carattere aperto, seppur un poco timoroso, socievole, coccolone ed affettuoso, molto premuroso con la proprietaria, e molto socievole anche con i gatti del vicinato (ha alcuni gatti amici, che lascia serenamente entrare in casa e mangiare dalla sua ciotola). Ha degli sporadici episodi di dissenteria nei primi anni, e un episodio di cistite da sedimento urinario di struvite. In tutti questi casi viene trattato con successo utilizzando Phosphorusflavus MK in plus, come unica terapia (quadro mentale e sintomatologico congrui con la Materia Medica di questo rimedio).(8,9,10)

Nello specifico, la cistite, che è una patologia frequente e tendente a cronicizzare nei gatti maschi, dopo il trattamento con Phosphorusflavus MK, oltre ad essere guarita rapidamente, non si è mai più ripresentata.

Dopo 3 anni, nel luglio 2009, la proprietaria riferisce casualmente che ormai il gatto si alimenta del tutto normalmente, con cibo solido, senza più avere rigurgiti, oltre ad essere diventato un bel gatto normopeso ed apparentemente sano. (Fig. 7)

L’11-07-2009 viene effettuato un nuovo studio radiografico con mezzo di contrasto, per valutare lo stato della patologia. Lo studio radiografico viene eseguito immediatamente dopo aver somministrato il pasto baritato, il quale viene somministrato al gatto già posizionato sul radiologico. Emerge che il transito del pasto opaco è rapido e procede fino allo stomaco, senza alcun impedimento.

Radiografie con pasto baritato semisolido (eseguite in rapida successione):Fig.8 (Foto D1),Fig.9 (Foto D2),Fig.10 (Foto D3),Fig.11 (Foto D4)

Il gatto è rimasto con la proprietaria fino a marzo 2010, e non ha più sofferto di rigurgiti, né di diarrea, né di cistite (non ha mai sviluppato polmoniti ab ingestis). Purtroppo per motivi personali e familiari la proprietaria (con molta afflizione personale) ha dovuto trovargli dei nuovi padroni con i quali è vissuto fino al 2022. 16 anni di vita rappresenta un aspettativa oltremodo lunga, per un gatto con una patologia congenita di questo tipo.(1,2)

Nella nuova famiglia non abbiamo potuto seguirlo direttamente, sappiamo solo che questi problemi non si sono più ripresentati.

 

RISULTATI

 Dopo l’utilizzo di Arsenicum album 30CH in plus, c’è stato un miglioramento dei sintomi fisici con un peggioramento del quadro mentale. Risultato del tutto contrario ai principi omeopatici di guarigione.(3,4)

Dopo il primo utilizzo di Phosphorusflavus 200K, durato una settimana nell’ottobre 2006, sono completamente rientrati i sintomi enterici, con miglioramento (70-80%) anche dei sintomi mentali, come le paure e l’ansia che erano emerse con il primo rimedio. E’ avvenuto un miglioramento del 100% del sintomo aggressività, sempre emerso dopo l’utilizzo di Arsenicum album.

Con l’utilizzo successivo del rimedio omeopatico Phosphorusflavus MK in plus, nelle diverse situazioni patologiche presentate dal paziente durante i tre anni successivi (dal 2006 al 2009), oltre alla remissione della sintomatologia sopra citata, ed alla guarigione rapida e duratura dalla cistite, si è ottenuta anche la remissione completa e stabile del megaesofago. Una guarigione quindi della totalità del paziente, e non di un singolo aspetto sintomatico.

 

DISCUSSIONE

Da un punto di vista omeopatico non erano state prese in considerazione rubriche specifiche riguardanti il megaesofago da persistenza dell’arco aortico, considerando questa una alterazione anatomica e congenita, e dando quindi per scontato che non fosse possibile agire direttamente su questa condizione.

Ma ad un analisi posteriore possiamo rinvenire la presenza di Phosphorus in queste rubriche. (e di Arsenicum in una sola) (7)

 

THROAT – SWALLOWING – impossible – constriction of esophagus:
GOLA – DEGLUTIZIONE – impossibile – costrizione dell’esofago
: (11) Alum.kAlumn.kBapt.kBAR-C.kcact.kCic.k,tl1 dros.k2 gels.tl1Hyos.kKali-c.kPHOS.k

 

THROAT – STRICTURE OF ESOPHAGUS:
GOLA – STENOSI DELL’ESOFAGO
: (40)acon.hr1,kalumn.c2am-m.ptk1ARS.hr1,k,ptk1BAPT.c2,hr1,k,ptk1BAR-C.hr1,k,ptk1Bell.hr1,kCact.kcaj.c2Calc.hr1,kcaps.c2card-b.c2cic.c2,ptk1cund.bg3,br1,k13,kl,ptk1gels.c2,hr1,kindg.br1Kali-c.hr1,k,ptk1Lyss.c2,hr1,kmanc.c2Merc-c.c2merc-s-cy.c2Najak,mtf33NAT-M.k,ptk1Nux-v.koena.c2Ox-ac.kPhos.gsy,hr1,k,ptk1plat-m.c2plb-xyz.c2sabad.c2seneg.c2silphu.c2spirae.c2stront-c.ptk1tab.c2verat.c2Verat-v.hr1,kverin.c2zinc.ptk1zinc-s.c2

 

Va altresì tenuto in considerazione che il rimedio Phosphorus ha un noto tropismo verso i vasi sanguigni e la circolazione,(8,9,10) e che la causa primaria di questa patologia risiedeva proprio in un’alterazione dello sviluppo dei vasi sanguigni.

La comparsa (e successiva guarigione) della cistite inoltre, può essere omeopaticamente  interpretata come una marginalizzazione della patologia profonda.

(Secondo le linee guida MONARCH il punteggio di questo caso clinico si valuta in +10. Range valido da +3 a +13) (12)

 

CONCLUSIONI

La remissione del megaesofago da persistenza congenita dell’arco aortico è stata inaspettata ed insperata. L’ipotesi è che il rimedio omeopatico, somministrato in età molto precoce, ancora in fase di crescita, possa aver guidato l’organismo verso uno sviluppo maggiormente coerente.

L’arco aortico è fisiologicamente presente durante lo sviluppo embrionale dei mammiferi, ed il suo naturale percorso è quello di venire riassorbito durante lo sviluppo fetale, quando questo non avviene nel tempo corretto è come se si verificasse un ritardo nello sviluppo di quello specifico segmento, una persistenza appunto.

Una delle ipotesi esistenti di meccanismo d’azione dei rimedi omeopatici risiede nella possibile azione di modulazione dell’espressione genica.(13,14) Questo in effetti potrebbe, se avvalorato, spiegare lo sviluppo positivo di una alterazione congenita di questo tipo, se trattata nelle sue fasi precoci.

Si suppone comunque che non si possano attendere risultati analoghi in animali con medesima patologia che iniziassero una terapia omeopatica in età già adulta.

Ovviamente altri studi in merito sarebbero auspicabili, ma si affronta la forte limitazione dovuta alla difficile gestione di questi pazienti, che porta nella quasi totalità dei casi alla loro eutanasia purtroppo, prima di tentare alcuna cura.

 

BIBLIOGRAFIA

  • Mears EA, Jenkins CC. Il megaesofago nel cane e nel gatto. Veterinaria, Febbraio 1999; Anno 13, n.1: 7-17
  • Plesman R, Johnson M, Rurak S, Ambrose B, Shmon C. Thoracoscopiccorrection of a congenitalpersistentrightaorticarchin ayoungcat. Can Vet J. 2011 Oct;52(10):1123-8.
  • Hahnemann SF. Organon dell’Arte del Guarire – Traduzione Italiana della 6° Edizione Tedesca. Napoli: Cemon Editore 2003, 4° Edizione
  • Kent JT. Lezioni di Filosofia Omeopatica. Red Edizioni; 1991
  • Bascuñán A, Regier PJ, Case JB, Singh A, Balsa I, Flanders J, Thieman-Mankin K, Ham KM. Vascular ring anomalies in cats: 20 cases (2000-2018). VetSurg. 2020 Feb;49(2):265-273
  • Sguerrini R. Il case report in medicina veterinaria omeopatica, Una proposta di linee guida. 2023; Il Medico Omeopata; 83: 48-53
  • Schroyens F. Synthesis; versione informatica Radar 9, e RadarOpus; H.M.S.
  • Rigamonti B. Manuale di Omeopatia nel Cane e nel Gatto. Milano; Ed Urra; 2009
  • Morrison R. Manuale Guida ai Sintomi Chiave e di Conferma. 1998, Bruno Galeazzi Editore
  • Boerike W. Materia medica omeopatica. 1998, Homeopahtic Book Publishers
  • Sherr JY. Le Dinamiche e la Metodologia della Sperimentazione Omeopatica. 2001, Salus Infirmorum ed.
  • Lamba CD, Gupta VK, van Haselen R, Rutten L, Mahajan N, Molla AM, Singhal R. Evaluation of the Modified Naranjo Criteria for AssessingCausalAttribution of Clinical Outcome to HomeopathicInterventionasPresented in Case Reports. 2020 Nov;109(4):191-197
  • Arruda-Silva F, Bellavite P, Marzotto M. Low-dose Drosera rotundifoliainduces gene expressionchanges in 16HBE human bronchialepithelialcells. Sci Rep. 2021 Jan 27;11(1):2356.
  • Marotti I, Betti L, Bregola V, Bosi S, Trebbi G, Borghini G, Nani D, Dinelli G. Transcriptome Profiling of Wheat Seedlings following Treatment with UltrahighDilutedArsenicTrioxide. 2014;2014:851263.

 

Sistema informatico

Radar 9, oggi aggiornato a RadarOpus; Copyright ZeusWinCHIP; H.M.S.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

Fig. 5

Fig. 6

Fig. 8

Fig. 9

Fig. 10

Fig. 11

Abstract EN

SUMMARY

In September 2006, a 4-month-old kitten was diagnosed with megaesophagus due to persistence of the aortic arch. Given the difficulty of eating effectively, he must follow a specific diet. As a result of the delicate situation he developed enteritis and chronic diarrhea. Homeopathic treatment with a symptomatic objective (remedying secondary enteritis) is established as the only therapy. The elective treatment of megaesophagus due to congenital persistence of the aortic arch involves the surgical ligation of the aberrant vessels, an invasive operation that is very rarely accepted by the owners, and which was not performed even in this case. It is reported in the literature that the majority of animals diagnosed with this pathology are then subjected to euthanasia due to the resulting complicated management, the frequent secondary pathologies (such as aspiration pneumonia) and the limited possibility of a satisfying life (1).  With homeopathic therapy carried out for palliative purposes, complete resolution of the case is achieved.

KEYWORD

case report, megaesophagus, homeopathy, veterinary medicine, cat, Phosphorus flavus

Abstract IT

RIASSUNTO

Ad un gattino di 4 mesi, nel settembre 2006, viene diagnosticato megaesofago da persistenza dell’arco aortico. Data la difficoltà di alimentarsi efficacemente deve seguire una dieta apposita. Per conseguenza della delicata situazione sviluppa enterite e diarrea cronica. Viene impostata la cura omeopatica con obiettivo sintomatico (porre rimedio all’enterite secondaria), come unica terapia. Il trattamento elettivo del megaesofago da persistenza congenita dell’arco aortico prevede la legatura chirurgica dei vasi aberranti, intervento invasivo che molto raramente viene accettato dai proprietari, e che non è stato eseguito nemmeno in questo caso. In letteratura viene riportato che la maggior parte degli animali cui viene diagnosticata questa patologia viene poi sottoposta ad eutanasia per la complicata gestione che ne deriva, le patologie secondarie frequenti (come polmoniti ab ingestis) e la scarsa possibilità di una vita soddisfacente(1).  Con la terapia omeopatica effettuata a scopo palliativo, si ottiene invece la completa risoluzione del caso.

PAROLE CHIAVE

case report, megaesofago, omeopatia, medicina veterinaria, gatto, Phosphorus flavus

References

BIBLIOGRAFIA

  • Mears EA, Jenkins CC. Il megaesofago nel cane e nel gatto. Veterinaria, Febbraio 1999; Anno 13, n.1: 7-17
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  • Marotti I, Betti L, Bregola V, Bosi S, Trebbi G, Borghini G, Nani D, Dinelli G. Transcriptome Profiling of Wheat Seedlings following Treatment with UltrahighDilutedArsenicTrioxide. 2014;2014:851263.

 

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