Richard Wagner e l’omeopatia
Richard Wagner è conosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca ed è noto per la riforma del teatro musicale. È stato non solo compositore, ma anche poeta, regista teatrale, direttore d’orchestra e saggista.
Pierluigi Clauser
Medico Veterinario – Omeopata TRENTO
Nasce il 22 maggio 1813 a Lipsia ed esattamente in questo periodo Hahnemann teneva lezioni di omeopatia presso l’Università di Lipsia e continuava le sperimentazioni sui suoi allievi fino al 1821, anno in cui fu costretto a trasferirsi a Kothen.
Già a 24 anni divenne direttore d’orchestra a Konigsberg,(ora Kaliningrad-Russia) la città dove è nato ed ha insegnato I. Kant, contemporaneo di Hahnemann.
L’anno dopo divenne direttore d’orchestra a Riga capitale della attuale Lettonia che prima apparteneva alla Svezia ma dopo il 1710 fu conquistata dalla Russia e Riga divenne uno dei principali porti dell ‘impero zarista. Ciò nonostante la popolazione di Riga era costituita per la metà da tedeschi e la lingua ufficiale dell’amministrazione della città rimase il tedesco fino al 1891 quando divenne il russo lingua ufficiale di tutti i paesi baltici nel processo di russificazione imposto dall’ impero russo.
L’opera di Wagner è immensa; oltre alle opere musicali ci ha lasciato numerose composizioni, vari poemi, brani e saggi.
Interessante è la sua autobiografia (Mein Leben) e proprio in questa ho trovato un interessante riferimento all’omeopatia.
Siamo nell’inverno del 1839 a Riga quando il giovane Richard Wagner è direttore d’orchestra al teatro di Karl von Holtei e in quel gelido inverno imperversava una brutta influenza e Wagner si ammalò così gravemente che Holtei a certo punto pensò che non sarebbe sopravvissuto.
Scrive Wagner nella sua biografia “Mein Leben”:
“A metà di quel rigido inverno durante una prova nel teatro mi sono preso un forte raffreddamento che in breve tempo è andato peggiorando anche perché il mio sistema nervoso era sconvolto a causa della continua rabbia e mortificazione che subivo per le parole diffamanti dell’amministrazione del teatro.
Proprio in quei giorni doveva esserci la presentazione dell’opera “Norma” da parte della nostra compagnia in Mitau (ora in lettone Jelgava).
Holtei si premurò di dissuadermi ad affrontare questo viaggio invernale per poi dirigere l’orchestra nel gelido teatro di Mitau e mi raccomandò di restare a letto altrimenti mi sarei ulteriormente aggravato. Ma io non rinunciai al viaggio.
La conseguenza fu una febbre tifoidea che mi indebolì così velocemente che Holtei che conosceva bene la mia situazione affermò che non sarei stato più in grado di dirigere e che probabilmente era giunta la mia ora cioè non avevo più speranze di sopravvivere.
A un eccellente Medico Omeopata, il dottor Brutzer, devo la mia salvezza e il mio recupero totale.”
Ma chi è questo ai più sconosciuto dr. Brutzer ?
Il dr Brutzer appartiene a quel piccolo gruppo di medici che hanno avuto un contatto diretto con Hahnemann. Non sappiamo se ha seguito le lezioni di Hahnemann all’Università di Lipsia fra 1810 e il 1821.
Si era distinto per aver creato con l’approvazione della Duma un piccolo ospedale omeopatico di 18 letti a Riga insieme ad altri tre più noti omeopati, il dr Henke, il dr.Lembke e il dr Riedl durante l’epidemia di colera; e in quell’occasione ha curato vari casi di colera con la Jatropha curcas che sono riportati nell’Allg. Hom.Zeitung; inoltre è autore di un libro interessante di Omeopatia, fra i primi a essere tradotto in russo “Versuch zum Entwurf eines Lehrbuchs der Homöopathie für Ärtze, die sich mit dieser Lehre bekannt machen wollen.(1838 Riga e Leipzig).”
Quello che è certo è che era membro della “Gesellschaft Homöopatischer Ärtze”, (la prima Associazione Omeopatica nella storia) che fu fondata il 10 agosto 1829 in concomitanza con il Giubileo per i cinquant’anni di laurea del Maestro tenutosi nella cittadina di Kothen dove Hahnemann viveva dopo essere fuggito da Lipsia nel 1821. Per cui il dr. Brutzer sicuramente era presente a quel evento eccezionale dedicato al vecchio saggio di Meissen.
In quell’occasione si tenne a Kothen una grande festa alla quale parteciparono i suoi allievi più stretti, alcuni sostenitori anche stranieri e qualche paziente curato dal maestro e fu onorata anche dalla presenza del conte e della contessa dell’ Anhalt-Kothen. I discorsi interessanti tenuti soprattutto dagli allievi anche in latino sono in parte riportati negli “Archive f.d.hom.Heilkunst”
Gli organizzatori di quella festa cioè il dr. Stapf, il dr. Mühlenbein e il dr. Rummel testimoniano di non aver mai visto Hahnemann così felice dopo anni di dispiaceri e anche di duro lavoro; non dimentichiamo che aveva appena pubblicato la 4° edizione dell’Organon e che l’anno prima aveva pubblicato il Trattato sulle Malattie Croniche.
A ogni medico membro di questa Associazione che doveva attenersi rigorosamente a tutte le regole dell’Omeopatia Hahnemanniana, fu consegnato un diploma; questo diploma in carta pergamena speciale era decorato con note figure mitologiche dell’arte medica e con il sole nascente inserito in una ghirlanda di rami e foglie di quercia, in mezzo c’era l’incisione “SIMILIA SIMILIBUS” e nella parte inferiore risaltavano le 3 parole: “NON NISI DIGNO” (solo a chi è degno) e poi seguiva l’iscrizione: “Societas medicorum homeopathicorum condita Anhaltin.Cothensis die mensis Augusti MDCCCXXIX virum—in sociorum—numerum cooptavit idque his litteris sigillo suo firmatis declaravit” , con la firma litografica di Samuel Hahnemann come “Praeses perpetuus”.
Hahnemann nell’introduzione all’Organon definisce l’ Omeopatia: “Come un Metodo del tutto semplice che resta sempre fisso nei suoi principi così come nella sua pratica. Come la dottrina sulla quale si basa se compresa correttamente appare completamente chiusa e solo in questo modo utile. Uguale purezza nel suo insegnamento come nella sua pratica dovrebbero essere più che evidenti.” (Hahnemann, Parigi 1842)
In questo momento storico dove va di moda l’Omeopatia psicologica (riguardo a questo vorrei far notare che nei proving di Hahnemann e di Hering i sintomi mentali rappresentano non più del 4-5% della totalità dei sintomi del medicamento sperimentato, mentre nei proving moderni arrivano a volte oltre il 50% e questo ci dice tanto sulla loro affidabilità) frammentata in varie correnti , dove si afferma che Hahnemann è superato e ormai appartiene al passato, dove in molte scuole non si insegna esaurientemente nè l’Organon nè le Malattie Croniche , non si studiano i casi del Maestro e soprattutto non si affronta lo studio della Materia Medica Pura, dove si prescrivono anche rimedi che non hanno sperimentazione e le regole di Hahnemann sono continuamente trasgredite, mi chiedo chi è ancora DEGNO e a chi Hahnemann consegnerebbe questo attestato da lui firmato.
Non certo a quel collega che recentemente ha presentato una relazione in un congresso internazionale dal titolo: “I sintomi clinici curati (non presenti nei proving) sono più importanti dei sintomi dei proving”. Esattamente l’opposto di quanto Hahnemann scrive ripetutamente sia nell’Organon che nelle Malattie Croniche. L’omeopatia cura basandosi sui sintomi prodotti nei proving, l’allopatia invece cura basandosi solo sui sintomi curati. Per questo tali omeopati venivano definiti da Hahnemann come Halbhomöopathen (omeopati a metà), e a volte usava termini molto più offensivi.
Dalla relazione in una importante congresso omeopatico internazionale del compianto Dr.G. Bleul apprendo che attualmente ci sono ben 27 correnti diverse in ambito omeopatico, la gran parte delle quali si contraddicono e che anche nell’omeopatia miasmatica ci sono ben 14 diverse correnti che interpretano diversamente i miasmi.
Emerge quanto sia vasto e confuso il campo omeopatico; purtroppo a causa di tutto questo caos l’unica cosa certa è che in Europa tante scuole chiudono.
Tanti giovani colleghi mi riferiscono che sono molto confusi e incerti come procedere; per cui decidono di frequentare seminari, che in questo momento pullulano, e in questi seminari vengono presentati casi nei quali succede che quasi nessuno dei partecipanti arriva alla scelta del rimedio corretto.
E tutto questo a cosa porta? Che si sentono impreparati e che devono investire ancora di più in studio e anche in denaro, vale a dire dover frequentare altri seminari, acquistare nuovi libri e programmi costosi e soprattutto apprendere Metodi diversi , senza menzionare il numero crescente di nuovi medicamenti che bisogna conoscere e i quadri o le personalità sempre più speculative dei vari rimedi (essenze, temi, central delusion, tavola periodica, regni,classi, sottoclassi ecc..).
A questo punto chiedo loro se si sono mai fatte queste domande: Tutto questo mi fa progredire? Mi sento più sicuro? Si abbassa il numero delle prescrizioni errate?
Penso che il problema non sono loro ma il problema giace soprattutto nella comprensione errata sia del significato
delle parole che del contenuto dell’insegnamento di Hahnemann e
dell’uso falso che da ciò è derivato sia dell’Organon che della Materia Medica Pura.
Quanto attuali sono le parole di G.H. JAHR, stretto collaboratore di Hahnemann, scritte nel 1856:
“Da tutte le parti si alza il grido: va bene l’Omeopatia, ma non solo quella del fondatore, soprattutto quella del progresso; quello che Hahnemann ha insegnato andava bene all’inizio, ma adesso é sorpassato, adesso noi siamo andati oltre e conosciamo le cose meglio”.
E poi continua:
“L’apparire di nuove idee che contraddicono l’insegnamento di Hahnemann e la pubblicazione di queste idee nelle nostre riviste non solo ha creato confusione ma anche una tale insicurezza nel determinare i punti essenziali, che il medico che si avvicina per la prima volta all’ Omeopatia , se non ha una mano che lo conduce attraverso il labirinto di queste diverse interpretazioni, non troverà facile decidere da che parte rivolgersi e facilmente metterà il piede sulla strada sbagliata.”
Purtroppo sono rare le scuole che cercano di imitare il solo e unico metodo che Hahnemann ci ha lasciato, dove si studino attentamente i casi di Hahnemann e soprattutto ci si concentri sullo studio dei 6 volumi di materia medica pura e i 5 volumi delle malattie croniche, necessità questa ripetutamente espressa da Hahnemann e dai suoi allievi più stretti in particolare da Bönninghausen che afferma nei suoi Aforismi che l’omeopatia, osservandone le regole, non è altro che lo studio della Materia Medica Pura e poi G.H.G.Jahr che giunse perfino a maledire il giorno in cui pubblicò le sue sintesi della materia medica pura (Handbuch der Hauptanzeigen) perché avevano distolto tanti omeopati dallo studio accurato della stessa.
La chiave per la conoscenza dell’azione caratteristica dei rimedi giace nella comprensione delle sperimentazioni e pertanto dei sintomi dei proving.
Bisogna rendersi conto che (come Hahnemann e Hering ci insegnano) l’azione caratteristica di un medicamento non si manifesta in tutto il sintomo, ma che ogni sintomo sperimentale è sempre composto di 2 parti, una parte che appartiene all’azione del medicamento e una 2ª parte che appartiene alla predisposizione dello sperimentatore e che questa 2ª parte non appartiene al rimedio e pertanto può portarci in errore.
Per questo dobbiamo esattamente conoscere quale parte di ogni sintomo della sperimentazione appartiene al medicamento e quale parte appartiene allo sperimentatore e pertanto non deve essere presa in considerazione.
Inoltre i sintomi guariti se non appaiono nelle sperimentazioni non sono affidabili e compromettono la sicurezza della prescrizione; la scomparsa di un sintomo dopo la somministrazione del medicamento non può essere attribuita automaticamente all’azione del medicamento stesso. Molti sintomi scompaiono per ben altre ragioni che Hahnemann, Jahr, Hering ci spiegano perfettamente.
Per questo i Repertori moderni sempre più gonfiati di aggiunte cliniche e nei quali non si può distinguere la parte che appartiene allo sperimentatore e la parte importante e necessaria che appartiene solo al rimedio, sono insufficienti.
I giudizi non favorevoli di Hahnemann, Hering e Jahr non solo sui Repertori definiti come forme di transizione ma soprattutto sulle Materie Mediche cliniche sono più che chiari.
Il pluralismo dell’omeopatia, la diversità dei metodi si basa pertanto sul disinteresse e la non comprensione dell’unico e vero metodo che Hahnemann ci ha lasciato.
Bibliografia
1. Wagner Richard: Mein Leben, 1870.
2. Gerard Bleul: Methoden und Schulen der Homöopathie im Vergleich : Deutscher Hom.Kongress, 2011.