cura di:
Marco Colla
Medico Chirurgo – Omeopata BIELLA
Docente Scuola di Medicina Omeopatica Similia Similibus di Torino
studio@marcocolla.it
Monica Delucchi
Medico Chirurgo – Omeopata GENOVA/BRESCIA
Docente Scuola di Omeopatia Centro Studi La Ruota di Milano
monica.delucchi.csr@gmail.com
Un raffreddore nauseabondo
Roberta Sguerrini
Medico Veterinario – Omeopata MODENA
Sguerrini.roberta@gmail.com
Il paziente è un gatto maschio intero europeo di circa 3 anni di età, affetto da una forte rinite.
La prima visita viene effettuata il 18/11/2020, a domicilio e presenta subito grandi difficoltà.
Il gatto infatti è un “randagio” di campagna che si avvicina solo al momento di ricevere cibo e tollera a malapena il contatto fisico.
I “proprietari” riferiscono di averlo notato nei dintorni di casa un paio di anni prima, già adulto e di aver iniziato ad alimentarlo perché, nonostante la presenza di numerosi cani e di altri gatti, non mostrava alcun timore. Tentava approcci, miagolava richieste e “aveva deciso di stabilirsi lì“.
È un gatto libero, mai vaccinato o sottoposto a profilassi antiparassitarie né curato. Si presenta varie volte al giorno nel punto che ha stabilito come sua area di alimentazione, si avvicina trottando e miagolando se trova le ciotole vuote. Tende a strofinarsi sulle gambe per marcare ma tollera raramente di essere accarezzato, è inafferrabile. Non è stato sterilizzato per scelta dei proprietari, che non lo considerano un “gatto di casa” e preferiscono lasciarlo vagare libero, senza interferire drasticamente sulle sue abitudini e sulla sua “natura”.
Ha un rapporto di indifferenza verso i cani di grande taglia della cascina e nei confronti dei gatti sterilizzati, ma scaccia i gatti maschi vaganti. Ama cacciare ma preferisce consumare il pasto commerciale (adora le scatolette di scarsa qualità e ricche di appetizzanti).
Non sono mai state notate ferite da combattimento. Si gratta spesso. Non ha mai dato segni di malattia.
Da qualche giorno hanno notato che respira a bocca aperta, appare mogio, rimane nei dintorni della casa, mangia e beve molto. Nonostante le temperature rigide non cerca rifugio nella cesta piena di stracci che è a disposizione in inverno.
Per la visita, si avvicina se chiamato, si fa grattare dietro le orecchie, si struscia ma non si lascia manipolare, appare combattuto tra il sospetto e il desiderio di ricevere una ricompensa (bocconi di cibo). Ha il pelo arruffato, è lievemente sottopeso, ha una respirazione stertorosa in inspirazione (si percepiscono anche lievi crepitii nasali), presenta scolo mucoso dalle narici e croste sugli occhi. La cute a livello delle orecchie si presenta di colore giallastro e mostra segni di alopecia e scaglie biancastre tipiche della seborrea secca. Colpisce l’odore che emana il muco: maleodorante con note di uova marce. Emana anche odore fetido dal cavo orale e di feci dal posteriore (tale caratteristica non era mai stata rilevata). Non si raccolgono altri sintomi dall’anamnesi o dalla visita.
Si prescrive Sulphur 30 CH, 5 granuli sciolti nella ciotola d’acqua, ripetere per 3 giorni.
Nei giorni successivi viene riferito telefonicamente dai proprietari un progressivo miglioramento, poco dettagliato perché il gatto appariva raramente, mangiava velocemente e poi andava a nascondersi in un capanno.
25/11/2020: Visita di controllo. Non presenta più segni di rinite, appare più curato nell’igiene e nella cura del suo manto, senza croste nasali evidenti, rimane steso al sole e si fa avvicinare per ricevere carezze.
L’affezione respiratoria appare risolta e non ha avuto bisogno di ulteriori dosi del rimedio.
Dopo 1 anno non sono stati segnalati altri episodi di malattia.
Nella scelta dei sintomi il desiderio di compagnia (unico non presente in Sulphur) deriva da una speculazione: probabilmente si è trattato di un interesse nei confronti della risorsa alimentare, piuttosto che un autentico desiderio di entrare in relazione con gli esseri umani che si occupano di lui.
Era peculiare l’appetito aumentato/elevato, dato che normalmente nei gatti la rinite determina perdita delle capacità olfattive con ripercussioni sul gusto e sul desiderio di cibo.
Relativamente ai sintomi locali è stata data enfasi al colore e all’odore delle secrezioni. L’avversione al calore delle coperte, in un soggetto magro, con temperature rigide, sottolineava l’insofferenza al caldo (anche questo è un reperto inusuale nei gatti febbricitanti o malati).
In D.D. è stato scelto Sulphur sia per il tipo di comportamento comunque presente nel periodo di malattia (socialità, appetito, insofferenza al caldo) sia per le caratteristiche comuni dei sintomi locali (colore giallastro, odore “sulfureo”, sporcizia).
Pulsatilla è stata esclusa a causa dell’assenza di affezioni gastroenteriche legate al cibo, per la presenza di sete e per il tipico comportamento durante la malattia (non richiedeva attenzione né manifestava disagio in modo spiccato).
Di Lycopodium mancavano la flatulenza, l’aggravamento pomeridiano, dopo il pasto o bevendo acqua fredda, il timore e diffidenza verso estranei.
Il paziente non appariva un soggetto Calcarea poiché non era sensibile al clima rigido o aggravato da aria fredda, non cercava rifugio, non era timoroso verso estranei.
Nemmeno Phosphorus sembrava indicato perché non era disturbato dal freddo, non presentava epistassi, non richiedeva attenzioni né ricercava la presenza di umani o animali, non manifestava ansia o paure specifiche.
La rapida risoluzione del caso indica che il rimedio ha agito in un soggetto con un buon livello di salute, in equilibrio con l’ambiente. La causa scatenante del disturbo rimane ignota.
La peculiarità del caso risiede nella scelta del rimedio corretto prendendo in esame alcuni sintomi omeopatici particolari, che non erano mai stati notati nel paziente.
Anche in presenza di un’anamnesi lacunosa, di scarso monitoraggio da parte dei proprietari e di parziale raccolta dei dati clinici è possibile tracciare un quadro sintomatologico significativo, che racchiude i tratti fondamentali del rimedio più idoneo in quell’unica circostanza.