Una nevralgia del trigemino e Arsenicum sulphuratum flavum

Una nevralgia del trigemino e Arsenicum sulphuratum flavum

Bruno Zucca

Medico Chirurgo – Omeopata   BRESCIA

omeohermes@gmail.com

www.centrostudilaruota.org

SUMMARY

This paper describes the healing process of a patient suffering from trigeminal neuralgia, achieved through a homeopathic treatment and a three-year follow-up. The 63-year-old patient had been suffering for about 20 years from pain similar to pins and needles, preceded by cutaneous hyperesthesia, with a roughly weekly recurrence. The disease arose following family and work conflicts that have fueled a strong aggressive response. Treatment with the patient’s constitutional remedy, Arsenicum sulphuratum flavum, identified by the totality of symptoms, effectively cured her psychophysical condition.

KEYWORDS

Trigeminal neuralgia, constitutional remedy, Arsenicum sulphuratum flavum

RIASSUNTO

In questo lavoro si descrive la guarigione di una paziente affetta da nevralgia trigeminale ottenuta con un percorso di cura omeopatico e con un follow-up di tre anni. La paziente di 63 anni soffriva da circa 20 anni di dolori simili a spilli conficcati, preceduti da iperestesia cutanea, con una periodicità circa settimanale. La malattia è insorta in seguito a conflitti familiari e lavorativi che hanno fatto emergere una forte aggressività. Il trattamento con il rimedio costituzionale della paziente, Arsenicum sulphuratum flavum, individuato sulla base della totalità dei sintomi, ha curato efficacemente la sua condizione psicofisica.

PAROLE CHIAVE

Nevralgia trigeminale, rimedio costituzionale, Arsenicum sulphuratum flavum

INTRODUZIONE

La nevralgia del trigemino è un disturbo caratterizzato da attacchi improvvisi e intensi di dolore al viso, spesso descritti come scosse elettriche o fitte lancinanti. Questi episodi possono durare da pochi secondi a diversi minuti e sono talmente dolorosi da interferire significativamente con la vita quotidiana. La terapia convenzionale prevede, in base alla gravità dei sintomi e alle cause sottostanti, diverse opzioni come l’utilizzo di farmaci antidolorifici o anticonvulsivanti, iniezioni locali di tossina botulinica o procedure chirurgiche mininvasive o tradizionali mirate a decomprimere il nervo o interrompere la trasmissione dei segnali dolorosi. La risoluzione del sintomo, tuttavia, non avviene in una discreta percentuale di casi, variabile a seconda dello studio analizzato e della terapia considerata. Anche nel caso della terapia chirurgica, efficace in circa il 70% dei casi, i tassi di recidive sono piuttosto elevati.

MATERIALI E METODI

Il caso clinico è stato preso in carico mediante raccolta anamnestica da racconto libero della paziente, con approfondimenti successivi per la modalizzazione dei sintomi. Sono stati considerati sia i sintomi fisici che quelli mentali, presenti o pregressi; i sintomi essenziali sono stati repertorizzati utilizzando il programma informatico Complete Dynamics (versione 19.3) Radar 10 (versione 10.2) e RadarOpus (versione 2.1). La scelta terapeutica è stata effettuata confrontando in diagnosi differenziale i temi e i nuclei principali dei rimedi emersi dalla repertorizzazione grazie alla consultazione della Materia Medica.

Il caso clinico

Elvira, una signora di 63 anni che lavora come imprenditrice, viene in visita per cercare di curare con l’omeopatia una nevralgia trigeminale di cui soffre da quasi vent’anni con crisi settimanali e senza risposta alla terapia farmacologica. La nevralgia è insorta quando aveva 45 anni, in un periodo molto difficile per lei, in cui ha dovuto affrontare la morte del padre e la separazione dal marito, con difficoltà non solo affettive perché erano insorti diversi conflitti con i parenti relativamente alla gestione dell’asset societario.

Elvira è piccola di statura, di corporatura snella, occhi marrone-verdi, capelli grigi. L’atteggiamento è inquieto, nervoso, si morde continuamente le dita, ma è spiritosa e brillante. Il dolore al volto è descritto come spilli conficcati, può manifestarsi sia a destra che a sinistra ed è preceduto da iperestesia locale. Sedute di agopuntura mensili controllano la sintomatologia, che altrimenti risulterebbe ancora più invalidante.

Sono insorti recentemente anche formicolii alle dita delle mani e dei piedi, accompagnati da anestesia con sensazione di avere una fascia intorno, che vengono attribuiti alle sue numerose discopatie vertebrali.

Descrive una ipersensibilità della testa alle temperature esterne: il caldo ambientale genera dolori alla testa così come il freddo eccessivo; soffre il tempo secco.

Il latte di mucca le procura disturbi addominali, non digerisce i peperoni, in passato odiava le cipolle.

Dall’età di 50 anni è in menopausa: si lamenta per il conseguente invecchiamento cutaneo e sono comparse delle paure, in primis quella della morte.

Il colloquio anamnestico: estratto del racconto della paziente

– il mio carattere durante l’infanzia era introverso, tranquillo e serio. Alle elementari ero studiosa, ricordo un bullo che mi voleva picchiare: ho sempre pensato che era cattivo perché aveva dei genitori cattivi, infatti il papà faceva il becchino e la mamma sembrava una strega. Alle medie e alle superiori poco studio e tanto divertimento”;

– il mio carattere attuale è lunatico e volubile, ci sono cose che mi fanno saltare i nervi facilmente. I problemi sono iniziati quando è morto mio papà e ho preso il suo posto in azienda, la sua morte ed i conseguenti conflitti parentali legati alla gestione aziendale mi hanno destabilizzata;

– mi piace l’ordine, ma non ne sono ossessionata;

– sono stata ricoverata in Ospedale a 10 anni per la sinusite e per due interventi di chirurgia estetica 12 anni fa;

– mi mangio le pellicine delle dita;

– credo di aver perso tanto tempo a pensare di non essere abbastanza bella e brava per riuscire in qualsiasi impresa da sola … di non aver fatto la mamma come avrei dovuto fare …. di non aver scelto di seguire i miei sogni, ma di seguire l’affetto per mio padre e fare quello che lui desiderava per me;

– non tollero l’arroganza e apprezzo umiltà e bontà. Ammiravo mio padre e mia mamma perché avevano conservato l’animo umile e buono nonostante le tante cattiverie subite;

– sono molto irascibile, soprattutto non sopporto l’arroganza, la svogliataggine e l’apatia di certe persone. Perdo il controllo se sento che qualcuno mi manca di rispetto o prevarica i miei diritti sia di persona, ma soprattutto di donna;

– amo la musica, i gatti e temo i serpenti. Le notizie di cronaca nera preferisco non ascoltarle perché mi disturbano;

– se mi fermo a pensarci, la morte è terribile, anche il dolore mi spaventa tantissimo e di conseguenza le malattie che possono bloccarmi e non permettermi di vedere il mondo, i colori, la natura, le mie figlie ed i miei gatti; l

– la notte mi sveglio di soprassalto se ho problemi sul lavoro oppure se ho litigato con qualcuno.

Riferisce incubi ricorrenti del periodo infantile: “in un sogno mi fanno il solletico fino a che mi sveglio, in un altro le pareti della stanza si chiudono”. In altri sogni “muore mia mamma o perdo le mie figlie. Ho sognato di affacciarmi ad un balcone pericolante e senza ringhiera”.

Repertorizzazione e Diagnosi

I sintomi fisici più importanti sono quelli della nevralgia, che viene descritta come dolore al volto simile a punture di spilli preceduto da iperestesia cutanea; significativa è anche l’attitudine a mordersi le dita che è simbolicamente associata alla rabbia, verosimile causa della somatizzazione trigeminale.
Sono inoltre di notevole rilievo per l’analisi repertoriale l’eziologia psichica della nevralgia legata ai conflitti lavorativi e familiari e alcuni incubi: il solletico, le pareti che si chiudono, la paura di cadere.

L’habitus sicotico è essenzialmente caratterizzato dal desiderio di essere “bella, efficiente e potente” e questo costituirà un nucleo tematico fondamentale per la diagnosi differenziale.

I sintomi ed i temi psichici emergenti sono quindi riassumibili in due gruppi: abbiamo da un lato la reattività sicotica con irascibilità, litigiosità, prevaricazione e insofferenza rabbiosa all’arroganza maschile; dall’altro il buonismo sicotico mascherato, caratterizzato da atteggiamenti fintamente compassionevoli e comprensivi.

Si tratta di attitudini sicotiche reattive ad una sottostante paura psorica del fallimento, della malattia e della morte che si esprimono in maniera peculiare con la paura dell’invecchiamento e col timore di non essere bella.

Ragionando per famiglie e gruppi di rimedi, come indicato da Scholten e altri Autori, ipotizzo un rimedio che possa integrare i due indicati dal repertorio. Coerentemente col desiderio sicotico di potere, perfezione e bellezza Arsenicum sulphuratum flavum potrebbe fare al caso nostro: è infatti caratterizzato da sintomi appartenenti ai due policresti citati e da un possibile nucleo essenziale legato alla perfezione etica, all’efficienza organizzativa ed alla bellezza.

Anche se Ars-s-f non è nelle prime posizioni della repertorizzazione e gli viene attribuita soltanto la rubrica “litigiosità”, lo studio approfondito della Materia Medica offre delle conferme interessanti in relazione ad alcuni sintomi riferiti dalla paziente, che non avevo però incluso in un primo momento nella repertorizzazione:

  • il senso di fasciatura di alcune parti corporee
  • i dolori a fitta come da aghi
  • l’ipersensibilità termica della testa al freddo ed al caldo eccessivi
  • gli incubi
  • l’ilarità e la vivacità caratteriale
  • il senso di responsabilità
  • la paura del fallimento
  • la lunaticità e la marcata attitudine collerica
  • l’aggravamento per il latte.

Effettuo quindi una seconda repertorizzazione utilizzando queste rubriche (figura 2), con l’obiettivo di verificare la correttezza dell’ipotesi diagnostica e di vedere quali altri rimedi potrebbero emergere in realzione a questi sintomi: Ars-s-f emerge nelle prime posizioni, in diagnosi differenziale con altri rimedi meno probabili perché caratterizzati da tematiche fisiche e psicoemotive molto diverse. Per esempio, considerando i rimedi tipicamente “collerici”, non ritroviamo in questa paziente le tematiche di giustizia di Nux vomica, ma quelle di efficienza e cooperazione di Arsenicum; non si riscontra nemmeno l’autoritarismo educativo di Lycopodium bensì la tematica di onestà di Sulphur e così via.

Prescrizione e follow-up

Forte di queste conferme sintomatologiche e dall’esperienza clinica di altri casi già curati con questo rimedio, decido di prescrivere Ars-s-f 30 CH ogni due settimane per 3 mesi.

Compare nel primo mese una sinusite, che inquadro come crisi di guarigione omeopatica esonerativa, con successivo prolungato miglioramento del dolore nevralgico.

Nei mesi successivi la paziente migliora nettamente il suo approccio alla vita, è mentalmente più serena ed anche meno conflittuale.

Nei due anni successivi ha utilizzato il rimedio alle potenze prima 200 CH e poi 1000 K, con cadenza di assunzione regolare (ogni due settimane) più al bisogno nei rari episodi influenzali. In questo arco di tempo non si sono ripresentate riacutizzazioni della sintomatologia nevralgica.

Ha ridotto il suo controllo ipersicotico sia in ambito lavorativo che famigliare, moderando la sua aggressività e conseguentemente la somatizzazione nevralgica.

Si è riconciliata anche col processo di invecchiamento imparando a convivere con la sua paura di perdere potere e bellezza.

Dopo tre anni dall’inizio della terapia omeopatica gode di buona salute generale ed è praticamente guarita dalla nevralgia.

Riflessioni metodologiche

L’esperienza clinica illustrata ci conferma che l’analisi repertoriale numerico-statistica e lo studio della Materia Medica clinica e sperimentale costituiscono i pilastri della nostra metodologia.

Il repertorio indica e suggerisce i rimedi da studiare, ma la prescrizione deve avvalersi della comparazione tra keynote fisica e mentale del rimedio e sintomatologia essenziale del paziente. L’analisi repertoriale ha un significato esplorativo, non ha un valore diagnostico assoluto e non può sostituire lo studio dei rimedi.

Nel caso illustrato, i sintomi inclusi nella prima analisi repertoriale, benchè significativi, si sono dimostrati insufficienti a far emergere il rimedio più simile, probabilmente perché selezionati in maniera incompleta. Avevo inserito molte rubriche ampie e abbastanza generiche, che da una parte evidenziano i policresti, e dall’altra, proprio perché ampie, fanno emergere i piccoli rimedi, anche se non nelle prime posizioni.

Tale incompletezza si verifica molto spesso nella pratica clinica: per questo motivo è utile una successiva rilettura del quadro sintomatologico e lo studio della Materia Medica dei rimedi ipotizzabili; in questo modo possiamo individuare rubriche repertoriali più qualificanti, trascurate nella prima indagine, e di effettuare una seconda repertorizzazione più precisa.

Un possibile rischio di questo metodo è di cadere nella trappola del cosiddetto “pregiudizio di conferma” (“confirmation bias”), cioè selezionare i sintomi e le rubriche in base a ciò che già pensiamo o ipotizziamo, rafforzando e confermando così le nostre convinzioni, ignorando o minimizzando quelle che le contraddicono. Non si tratta di malafede, ma di uno dei più comuni “filtri mentali” che tutti noi abbiamo, su cui esistono fiumi di lavori scientifici e che per il bene del paziente dobbiamo attivamente contrastare.

Il confronto fra i sintomi del paziente e quelli della Materia Medica che consultiamo non deve pertanto essere rivolto a confermare un’ipotesi che ci alletta, ma, consapevoli di questa tendenza cognitiva, a cercare attivamente anche informazioni che contraddicono le nostre opinioni, in modo quanto più critico ed aperto al confronto con ipotesi diverse.

Solo facendo “l’avvocato del diavolo” di noi stessi potremo arrivare alla prescrizione migliore non per noi, ma per il paziente.

Infine, anche l’osservazione che nelle prime posizioni repertoriali ci siano sempre i soliti policresti è quotidiana: per far emergere i “piccoli” rimedi, cioè quelli meno rappresentati e meno studiati, è molto utile avvalersi dello studio per famiglie tematiche, così come per famiglie minerali, botaniche e animali. In questo modo possiamo prescrivere anche rimedi meno noti, ma satelliti dei rimedi maggiori. Nell’esperienza clinica citata ci si è avvalsi dello studio delle famiglie minerali suggerito da Scholten, così come dello studio dinamico dei rimedi e dei loro nuclei tematici differenziali

La Materia Medica di Arsenicum sulphuratum flavum

Arsenicum sulphuratum flavum è considerato un “piccolo rimedio” con circa 3.000 rubriche repertoriali (contro le 28.000 di Arsenicum album e le 38.000 di Sulphur lotum). Si ottiene dal trisolfuro di diarsenico (As2S3), un sale di zolfo e arsenico chiamato anche orpimento; è un minerale di colore giallo intenso, usato in passato per dipingere. La sperimentazione omeopatica è di Hahnemann e risale al 1835.

Il biotipo classico viene descritto con una veste prevalentemente psoro-sifilitica, come castano chiaro, debole ed emaciato, anemico con dispnea al minimo sforzo e altri sintomi caratteristici:

  • le estremità sono fredde, è ipersensibile alle correnti d’aria, prende freddo facilmente con conseguenti raffreddori;
  • soffre di faringite cronica, la respirazione è asmatica con tosse secca;
  • l’addome è gonfio, la diarrea è di cattivo odore;
  • le secrezioni mucose sono escorianti, sanguinolente, disgustose e gialle, soprattutto quelle degli occhi, del naso e delle orecchie;
  • è freddoloso durante la cefalea, il dolore è frontale e si riacutizza al risveglio;
  • ha capogiri camminando, specialmente durante le emicranie;

    Questo paragrafo è un sunto del capitolo relativo al rimedio Ars-s-f nel libro “Lezioni di Materia Medica Dinamica” (Zucca-Delucchi, ed Salus Infirmorum, 2018). La trattazione del rimedio si è basata sullo studio di numerose Materie Mediche, l’analisi repertoriale completa e il confronto con decine di casi clinici trattati efficacemente con il rimedio e dotati di un lungo follow-up.

  • ha un appetito vorace con sensazione di vuoto, ma può essere facilmente sazio e soffre di bruciori gastrici;
  • soffre di infiammazione agli occhi, di secchezza del naso con starnuti frequenti, di croste al cuoio capelluto, di epitelioma delle labbra ed eruzioni cutanee pruriginose e la cute brucia quando si gratta;
  • ha una spiccata tendenza a formare ascessi;
  • sviluppa dolori brucianti, migliorati dal calore del letto, accompagnati da fitte al petto e al dorso;
  • il sonno è inquieto e non ristoratore; a letto suda facilmente un sudore acre;
  • alcune parti del corpo sono percepite come se fossero fasciate.

Parole chiave dei sintomi fisici sono pertanto

  • freddo
  • eruzioni cutanee
  • asma
  • secrezioni gialle, sanguinolente, maleodoranti ed escorianti
  • sciatalgia e coccigodinia
  • dolori brucianti o fitte.

La keynote mentale classica descrive un soggetto psoro-sifilitico ansioso, ipocondriaco con paura di svenire. È triste e piange durante il sonno, ha paura di guidare, dei fantasmi, della folla e delle torture (sintomo esclusivo). Sobbalza durante il sonno, sogna disgrazie e morti. È litigioso, cattivo e vendicativo. È timido, sospettoso, diffidente e critico verso amici e famigliari. In altri momenti è allegro e vivace, fa sogni amorosi ed immagina di ballare. È coscienzioso e responsabile, è frettoloso ed ha paura del fallimento. Come Arsenicum album desidera di più di ciò di cui ha bisogno ma può essere più distratto e smemorato.

Nella nostra esperienza clinca, si presenta spesso in fase sicotica come

  • un intellettuale timido, ironico e confuso, ma serio, un “topo di biblioteca” assiduamente impegnato in una ricerca artistica e filosofica
  • tendenzialmente razionale e non manifesta le proprie emozioni
  • tormentato da sensi di colpa morali e religiosi
  • nsicuro, vergognoso, introverso, spesso triste e timoroso della gente, sospetta di essere preso di mira dagli altri
  • estremamente ostinato, permaloso e suscettibile alle osservazioni
  • ipercritico e aggressivo nei confronti degli altri quando non condividono le sue opinioni
  • vulcanico, sempre di corsa, ha mille cose da fare
  • le sue battute sarcastiche smascherano efficacemente situazioni di vita in cui emerge il non senso e la paradossalità dei comportamenti umani: risulta per questo simpatico ai pochi amici di cui ama circondarsi
  • collezionista ossessivo e seriale, facilmente irascibile a causa di una eccessiva puntigliosità su questioni banali
  • frequentemente si manifesta irragionevole e ostinato; talvolta è confuso e finisce per perdere il filo dei propri pensieri.

Analisi dei sintomi: Arsenicum sulphuratum flavum versus Arsenicum album e Sulphur lotum

Molti temi emergenti dall’analisi dei sintomi sono comuni ai composti dell’arsenico: disgrazie, malattie, morte, angoscia, ipocondria, irrequietezza, litigiosità.

Ritroviamo in Arsenicum sulphuratum flavum i dualismi “efficienza-pigrizia” e “seriosità-ilarità”; l’ilarità è tipicamente sulfurea e in netto contrasto con l’immagine classica di Arsenicum album:

  • Mente; illusioni, immaginazioni; ballando; lui sta
  • Mente; allegria, ilarità, vivacità; alternata a; borbottare 

Tipica sono l’ipercriticità e la sospettosità persecutoria:

  • Mente; critico, ipercritico; genitori, insegnanti e amici, con
  • Mente; sospettoso, diffidente; amici, verso
  • Mente; sospettoso, diffidente; famiglia, verso

Caratteristica è la sensibilità morale, la colpa e la religiosità:

  • Mente; ansia; coscienza, della; febbre, durante 
  • Mente; affezioni religiose
  • Mente; rimorso, pentimento

Le problematiche della sfera cognitiva e intellettuale, a causa del tropismo intellettivo del radicale zolfo, sono più intense e peculiari che in Arsenicum album:

  • Mente; pensieri; organizzare, non riesce ad
  • Mente; irragionevole
  • Mente; distrazione
  • Mente; imbecillità
  • Mente; parlare, parla, discorsi; incoerente linguaggio
  • Mente; concentrazione; attiva
  • Mente; pensieri; chiarezza di

Il tema della tortura è assai individualizzante e sottolinea la sensibilità spiccata di questo rimedio agli atti crudeli e violenti commessi per brutalità, sadismo o vendetta:

  • Mente; ansia; torturante
  • Mente; paura; tortura, della 
  • Tosse; torturante

Parole chiave dei sintomi mentali sono pertanto

  • sospettosità
  • antropofobia
  • tortura
  • ipocondria
  • ipercriticità
  • confusione
  • serietà, coscienziosità
  • fretta
  • ilarità, tristezza
  • irritabilità.

La famiglia degli Arsenicum si dibatte tra una tensione filantropica e solidale verso il genere umano e un marcato egoismo misantropo. L’ipersensibilità ai patimenti derivanti dalla tortura sottolinea la forte empatia con le sofferenze e anche la sensibilità verso la tematica sociale del rispetto dell’individuo e della legge: il reato di tortura è infatti previsto e perseguito dal diritto internazionale. La tortura rimanda anche al tormento corporale che si infligge ad un imputato per estorcere una confessione e può essere analogico ad un vissuto dominato da forti sensi di colpa. Questo rimedio deve infatti faticosamente trovare un equilibrio tra adesione alle regole comuni e trasgressività, superando rigidità e moralismi, imparando a perdonarsi errori e imperfezioni.

In Arsenicum sulphuratum flavum le tematiche arsenicali si intersecano con quelle di Sulphur, che si dibatte tra anelito alla purezza-bellezza e adesione alla naturalezza degli istinti, tra spiritualità e materialismo, tra amori idealizzati ed erotismo.

Le parole chiave di Arsenicum sono ordine/disordine/efficienza e individualismo/cooperazione, quelle di Sulphur, purezza/impurezza, cultura/natura. L’integrazione tematica che ne può derivare strutturerà in Ars-s-f individui trasgressivi oppure rigidamente rispettosi dei codici morali. Si tratta di personalità complesse, attraversate da desideri di perfezione etica e morale, così come da uno spiccato idealismo filosofico e artistico, perennemente alla ricerca di armonie spirituali difficilmente raggiungibili. Questi pazienti cadono frequentemente in una depressione conseguente al fallimento della loro tensione utopica, finendo per razzolare in una caotica mondanità materialistica, guidata dal tornaconto immediato, economico od edonistico.

CONCLUSIONI

Una corretta prescrizione omeopatica non può prescindere dallo studio della Materia Medica; come evidenzia il caso citato, soltanto uno studio approfondito dei sintomi del paziente, confrontati con quelli sperimentali e clinici, può condurci alla diagnosi profonda; affidarci alla sola analisi repertoriale è una semplificazione limitante. Così come in numerose occasioni il Repertorio fa emergere sintomi e rimedi che altrimenti non avremmo mai preso in considerazione, lo studio della Materia Medica arricchisce la nostra conoscenza di preziose sfumature e peculiarità sintomatologiche, consentendoci anche di individuare, grazie alla classificazione miasmatica e tematica, il nucleo essenziale del medicamento.

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