XX Congresso FIAMO

XX Congresso FIAMO

Giuseppe Fagone

Medico Chirurgo – Omeopata MILANO

giuseppe.fagone@medicina-omeopatica.it

La conferenza di consenso.

La sede del Collegio Internazionale Seraphicum di Roma ha ospitato per la seconda volta il Congresso Nazionale della Federazione Italiana delle Associazioni e dei Medici Omeopati, ma questa volta ha ospitato, anche un evento che per la prima volta cerca di trovare un confronto sulle definizioni sia della Dottrina che della Disciplina in Omeopatia, prendendo atto della forte convergenza dei soci sulle questioni dottrinarie e permettendo, quindi, di capire che le vere differenze si manifestano sul piano della disciplina.

Quello che è apparso evidente è che ciò che abbiamo sempre definito “i Principi” sono condivisi, accettati e messi in pratica da tutti i componenti la FIAMO. Quello che invece presenta differenze e che rappresenta la ricchezza della varietà della pratica omeopatica sono gli approcci metodologici, le prassi della clinica quotidiana. La Conferenza ha dunque prodotto un documento formato dalle Scuole del Dipartimento Formazione e aperto a tutti i  soci, riportando quello che è stato condiviso e accolto da tutti e chiedendo di rielaborare e definire gli argomenti, non divisivi, ma che dimostrano invece la vivacità del pensiero hahnemanniano e la necessità di trovare modi sempre coerenti con le scoperte della biologia e della biofisica attuali, per le procedure di investigazione clinica, diagnostica e terapeutica in Omeopatia, che rispettandone i principi basilari, riescano a rendere sempre più capaci gli omeopati di rendere sani gli ammalati. Sicuramente il metodo di questa Conferenza di Consenso ci ha dimostrato che è possibile discutere tra pari e alla pari, ha evidenziato che ciò che ci accomuna,

L’Assemblea Nazionale

L’assemblea annuale si è aperta con la relazione del Presidente, Bruno Galeazzi, che ha suggerito che il Consiglio Direttivo si chiamasse Consiglio Nazionale, perché in realtà chi fornisce la direttiva è proprio l’Assemblea dei Soci, dal momento in cui la FIAMO è iscritta al Registro Unico nazionale del Terzo Settore (RUNTS), cui hanno diritto di partecipazione e di voto tutti i soci. Il Presidente, inoltre, ha ribadito il concetto che, mancando un indirizzo istituzionale in campo omeopatico, la FIAMO deve ricoprire questo ruolo. La Federazione, dunque, deve produrre e sostenere la Formazione, da cui dipende la qualità e l’affidabilità della professione omeopatica e di conseguenza la sopravvivenza della FIAMO.

Il primo passo è aumentare il numero dei medici con formazione certificata, e la successiva iscrizione al Registro dei Medici Omeopati Qualificati. La formazione continua per lo sviluppo delle competenze anche attraverso il sostegno alla Educazione Continua in Medicina che può usufruire dei fondi del 5×1000 ai fini della formazione avanzata. Sostenere e favorire il finanziamento attraverso la campagna per il 5×1000 alla Ricerca in Medicina Omeopatica firmando a favore di FIAMO, magari dando vita ad un Centro Nazionale per la Ricerca in Medicina Omeopatica.

Un lavoro importante meriterà la rivista Il Medico Omeopata per la quale si sta pensando ad attivare un percorso che porti alla sua indicizzazione nei database scientifici, aumentando la sua qualità, la sua attrattività anche per gli autori.

Il Presidente ha ricordato anche la partecipazione di FIAMO al progetto Omeopress, il gruppo di lavoro sulla comunicazione di tutti gli attori del mondo omeopatico: medici, veterinari, farmacisti e aziende. Il fine di Omeopress è monitorare la presenza dell’omeopatia sui media, coordinare e formare un gruppo di portavoce che siano in grado di intervenire sui vari media, con competenza e proprietà di linguaggio. Questo è propedeutico alla Terza Missione della Federazione che è la comunicazione al mondo esterno, la collaborazione con le istituzioni, soprattutto in ambito di formazione e ricerca, la produzione di una Newsletter, la gestione del sito e delle pagine presenti su vari social-media, ricordando come la FIAMO sia una federazione a basso flusso di cassa, in vero basandosi sulle quote di iscrizione, i proventi delle donazioni liberali e dai lasciti e i proventi dall’organizzazione dei congressi e dei Seminari. Intervenendo subito dopo il tesoriere, Elisabetta Zanoli, ricorda e illustra la situazione economica della FIAMO, da cui si evince un gioco tra le entrate e le uscite ben bilanciato. Le voci che assorbono la maggiore quota sono i costi vivi della gestione amministrativa, la rivista Il Medico Omeopata e il Congresso.

Il Consiglio ha deciso che prima di incrementare le quote di iscrizione dei soci è eticamente più corretto sfoltire tutte le spese già in atto ed è stato avviato uno studio per elaborare questa strategia. Il tesoriere ricorda in chiusura che, la raccolta del 5×1000 all’interno delle associazioni di Omeopatia, è un introito scarno per poter finanziare importanti studi in ambito omeopatico, soprattutto se confrontato con i fondi raccolti in altri ambiti. È necessario, allora, che ogni socio si impegni a favorire la firma per il 5×1000 alla FIAMO

Renata Calieri illustra il lavoro del Dipartimento Farmaceutico, presentando tre gruppi di lavoro: il primo che si occupa di mettere a disposizione dei medici la raccolta dei dati epidemiologici su una possibile epidemia,. Il secondo, che si occupa di comunicazione ai cittadini e ai farmacisti, perché i primi siano meglio informati sulla medicina omeopatica e i secondi accedano a corsi professionalizzanti. Il terzo, sulla definizione dei limiti operativi del farmacista nell’ambito omeopatico. Calieri, Referente per la Giornata Mondiale dell’Omeopatia (GMO) invita i soci ad organizzare localmente la Giornata.

Dal Dipartimento per la Formazione arriva la relazione del suo condirettore Federico Allegri, che condivide la carica con Vincenzo Falabella, riferisce una lieve ripresa delle iscrizioni alle Scuole del Dipartimento FIAMO, anche se solo una parte sono attive. Fa notare come spesso ci sia una difficoltà di comunicazione tra il Consiglio Direttivo e il Dipartimento Dalle Regioni, Andreina Fossati, osserva che organizzare la GMO, richiede un grande sforzo organizzativo e soprattutto un carico economico, la soluzione potrebbe essere, trovare delle sedi istituzionali e il sostegno di sponsor. E’ possibile la richiesta di come fare per migliorare anche la voglia di partecipare al Congresso FIAMO, che nonostante il buon livello delle relazioni e la opportunità di scambio e collaborazioni, sembra non essere un must per gli iscritti

Il Congresso

Il Congresso prende il via la mattina del sabato 16 marzo, con la presentazione del Presidente Galeazzi che illustra il programma. I lavori iniziano con la relazione di Paolo Pifferi sulle osservazioni di Hahnemann sugli ostacoli alla guarigione e il fatto che oggi ci troviamo ad affrontare ostacoli simili ma un poco più complessi per lo stile di vita, i livelli di inquinanti e l’abuso di alimenti e sostanze voluttuarie che duecento anni fa erano solo agli albori. Quasi in prosecuzione il lavoro di Claudia Mattioli che analizza proprio gli ostacoli alla guarigione che la modernità insinua nelle vite dei nostri pazienti. Sulla stessa scia la relazione di Elisa Della Benetta che Medico di Medicina Generale, si deve confrontare quotidianamente con l’inquinamento delle falde acquifere, da PFAS. Lei si chiede cosa possiamo fare per ridurre i pervasivi effetti di queste sostanze ad elevatissima persistenza. Molto interessante il lavoro di Carla De Benedictis che ha illustrato lo studio su 310 casi veterinari in cui è stato prescritto Arsenicum album.

Quello che più ha colpito è stata la capacità di autoanalisi e autocorrezione che questo tipo di approccio permette ad ognuno di noi, se applicata nella propria pratica quotidiana. Significativo il case report di Marta Rota riguardo la risoluzione omeopatica di un megaesofago congenito da persistenza dell’arco aortico di un gatto. Sempre in ambito veterinario imperdibile la presentazione di Roberta Sguerini, che presenta un lavoro condotto dal gruppo veterinario CA.RE.vet FIAMO., sulla estensione di Linee Guida per la compilazione dei Case Report in veterinaria. La sua significatività sta nell’aver scelto di fare un lavoro di collaborazione per creare le basi di Linee Guida Internazionali Importanti gli studi pubblicati sull’utilizzo dell’omeopatia nelle patologie epatiche di Sebastiano Di Salvo. Francesca Truzzi ha condotto uno studio sugli effetti antinfiammatori in vitro di preparati omeopatici.

La capacità preventiva e curativa che un preparato omeopatico può esercitare in colture cellulari sembra smentire in modo evidente l’ipotesi dell’effetto placebo e dell’assenza di azione dei preparati omeopatici, spingendo altri ricercatori a ripetere gli esperimenti e dare qualche risposta alla apparente implausibilità dell’azione dell’Omeopatia. A proposito di implausibilità è stato illuminante lo studio condotto da Bruno Galeazzi sull’apparente implausibilità di una serie di eventi biologici se osservati con le leggi e le ipotesi della biologia ordinaria ma che invece diventano chiari se osservati attraverso la biologia quantistica. Sempre in ambito di risultati presentati da ricercatori che hanno avuto accesso al finanziamento dal 5×1000 della FIAMO, è il progetto di Enrico Accorsi che ha confrontato i risultati in campo dell’uso di prodotti omeopatici rispetto a prodotti biologici, nella coltura delle mele. I risultati sono stati che i frutti da coltura trattati con metodi agro-omeopatici sono risultati con una qualità nutrizionale e nutraceutica paragonabile a quella biologica e per alcune caratteristiche anche migliori.

Ancora, la ricerca condotta da Roberto Germano sugli aggregati sovra-molecolari acquosi in preparati omeopatici. Il residuo secco che si ricava dalla liofilizzazione dell’acqua, noto con il nome di xerosidrile, presenta, nel caso di liofilizzazione di soluzioni acquose di sostanze preparate secondo il metodo omeopatico, caratteristiche specifiche e diverse per ogni soluzione testata. Questo lavoro, sembra un nuovo tassello alla costruzione di una ipotesi che dia spiegazione dell’azione dei preparati omeopatici.

Apprezzata la raffinatezza di Giovanna Cuzzucrea, con il gruppo docenti EMC-AFMO, sull’affinità del mito di Prometeo con il lavoro del medico. In termini di confronto con la propria esperienza da omeopata interessante il lavoro presentato da Federico Allegri, coordinatore del gruppo docenti della Scuola di Medicina Omeopatica di Verona, un lavoro di confronto all’intero del corpo docente per condividere metodi di insegnamento, esperienze di terapia e un tentativo di revisione tra pari.

Sara Faggin si è occupata di affrontare il ricambio generazionale evidenziando come un’organizzazione complessa, quale è la FIAMO, può maturare la propria visione di sé stessa come connessa al mondo circostante. Una organizzazione che progressivamente apprende dal proprio operato e dall’interazione costante con il mondo in cui è immersa è una organizzazione viva e che inevitabilmente cambia sé stessa e il mondo in cui si trova, che è quello che la FIAMO cerca di essere.

Veterinari FIAMO

Premiazione miglior tesi.

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